Nella lezione inaugurale della Scuola di Politiche diretta da Marco Melloni, l’ex Premier Enrico Letta traccia una sua personalissima “visione” dopo l’ennesimo fallimento nelle trattative Ue all’Eurogruppo circa gli aiuti da stanziare per il coronavirus: secondo l’esponente Pd «L’Italia questa volta si gioca l’osso del collo ma anche per l’Europa può essere l’inizio della fine, se non trova oggi all’Europgruppo un compromesso accettabile». E così mentre Centeno con gli altri Ministri delle Finanze Ue ha sospeso i lavori fino a domani in attesa di una quadra tra il fondo Salva-Stati del Mes (voluto da Germania e Paesi del Nord) e gli Eurobond invece richiesti da Italia, Spagna e Francia, Letta “avvisa” entrambi i lati del tavolo per evitare una spaccatura che potrebbe definitivamente far implodere l’Unione Europea: se l’Europa non si ritrova e si rilancia nel momento di massima crisi economica e sanitaria, potrebbe non rialzarsi più.



Per questo Letta si dice non solo concorde nell’accettare la formula del Mes “light” (ovvero senza condizioni e senza troika “alla Grecia”) ma che proprio grazie a quel Meccanismo di Stabilità si possano poi finanziare dei bond europei sulla scia di quanto richiesto dall’Italia e ipotizzato anche dalla “cura” di Mario Draghi. In una intervista all’Avvenire questa mattina Letta spiega meglio la propria proposta: «Mes ed Eurobond sono misure che possono essere rese compatibili, se adattate a una fase senza precedenti come quest



ENRICO LETTA “L’ITALIA RAFFORZI L’ASSE CON FRANCIA E SPAGNA”

Serve però in questo frangente un accordo stabile tra Italia, Francia e Spagna che possa così limitare lo strapotere dei Paesi del Nord a fianco della Germania: «vanno tolte le bandierine», rilancia Enrico Letta ancora all’Avvenire, spiegandosi poi «Da un lato la mutualizzazione del debito, che i tedeschi non accettano, nel timore di doversi accollare il nostro debito pregresso. In fondo è comprensibile, anche noi al loro posto avremmo delle perplessità. D’altra parte il nostro tabù è il Mes, che vuol dire la Trojka, un cappio al collo modello Grecia». Attacca il Conte-1 ma salva il Conte-2, in quanto esponente dem è anche comprensibile, e poi spiega come in questo frangente servirà ancora il contributo del Centrodestra come avvenne in passato: «Come accadde sulla nomina di Draghi, Roma, Parigi e Madrid debbono fare asse. Fu un passaggio chiave per la successione a Trichet gestito da Berlusconi, va dato atto, con Sarkozy e Rajoy.



Restando uniti si potrà oggi costringere, o meglio consentire, alla Merkel di resistere a spinte intransigenti interne che un’europeista come lei neppure condivide, in fondo». Infine l’appello lanciato a Salvini e Berlusconi «L’uscita dall’euro non la chiede più nessun leader europeo, nemmeno Le Pen. Un leader dell’opposizione che dice certe cose si auto–emargina, oltre a fare un danno alla credibilità dell’Italia. Mi aspetto una chiara presa di posizione da Tajani e Berlusconi, ma anche dalla Lega se aspira a guidare questo Paese. Serve un Paese unito attorno a Mattarella. Che può aiutarci anche a riannodare i fili con la Germania».