“DAL SOVRANISMO NAZIONALE A QUELLO EUROPEO”: LA RICETTA DI ENRICO LETTA (CON UN VELATO “CONTRORDINE”)

Nel giorno in cui Mario Draghi ha presentato il suo piano sulla competitività Ue, da Cernobbio l’ex Premier Pd Enrico Letta dà qualche ulteriore “anticipazione” sul suo rapporto per il Mercato Unico dell’Europa, il secondo “dossier” assegnato dalla Commissione Von der Leyen verso la fine della scorsa legislatura (e che dovrebbe essere presentato entro fine settembre, ndr). Se l’ex n.1 BCE ha puntato forte sulla rinascita europea solo con riforme e debito condiviso, Letta sferza Bruxelles per ampliare le maglie della nostra economia puntando su conoscenza, competenza, transizione e competitività rispetto ai partner commerciali internazionali.



Ma soprattutto, con una mossa che suona un po’ come il caro vecchio motto guareschiano “Contrordine, compagni!”, Letta invita l’Europa a recuperare un sovranismo di stampo europeo: spiegando i motivi per cui l’Ue dovrebbe sfruttare i propri risparmi per aiutare chi paga sulla propria pelle la transizione ecologica e tecnologica, l’ex Premier Pd cita gli esempi “virtuosi” di Cina, Usa e India. In quel «nazionalismo sovranista economico» le tre super potenze hanno costruito le proprie fortune, mentre l’Europa è rimasta paurosamente indietro: ed è così che da Letta arriva l’invito a guardare “nel proprio orto” per poter competere al di fuori dei nostri confini. Così a “La Stampa” l’ex Presidente del Consiglio riporta l’urgenza di passare dal sovranismo nazionale «ad un sovranismo europeo».



PER LETTA L’EUROPA COSÌ SI AVVIA AL SUICIDIO: “USARE IL MES PER LA DIFESA E INIZIARE A CREARE VALORE”

Gli ambiti in cui Letta “invita” l’Europa ad avanzare con un rinnovato criterio “sovranista” in campo economico sono quello delle telecomunicazioni, dei servizi finanziari e infine dell’energia: ve ne sarebbe anche un quarto, viste le complicazioni internazionali sul fronte guerre, e cioè il settore Difesa per il quale però l’ex Premier Pd avrebbe già una ricetta più “pragmatica”. Secondo Enrico Letta, l’Europa dovrebbe utilizzare i fondi del MES per rinforzare il settore della difesa tra esercito, tecnologie e sicurezza ai confini, oltre alle attività di cyberspionaggio per prevenire eventuali pericoli terroristici.



Il messaggio di Letta che anticipa il cuore del suo report Ue è dunque uno solo, in soldoni: l’Europa deve unirsi davvero a livello economico, altrimenti i grandi “player” internazionali come Washington, Pechino e New Delhi proseguiranno nel “triturare” i mercati internazionali con l’Ue da semi-spettatore pagante. Tornando alle parole usate da Letta con “La Stampa” (intervistato dopo l’intervento a Cernobbio) con questi player internazionali, «stare separati significa suicidarsi». Un suicidio lento ma costante quello denunciato dal politico-professore: per provare a fermare tale declino, Letta consiglia di rifondare l’Unione del risparmio e degli investimenti che dovrebbe ben “sposarsi” con la ricetta Draghi sulla competitività.

«Per fare la vera transizione green», continua Letta, serve accompagnare da vicino imprese, contadini e industria dell’automotive, altrimenti le imprese (e i cittadini) soccombono e l’Europa inoltre non cresce: per convincere anche i Paesi “frugali” delle urgenze denunciate da Draghi e Letta, l’ex segretario Pd propone uno sblocco dei finanziamenti privati, così come la centralità delle spese per la difesa così da coinvolgere in maniera unitaria tutti gli Stati membri su problemi reali e concreti. Per fermare il declino del Vecchio Continente, conclude Letta, occorre tornare a creare valore da sé come Unione e non può “limitarsi” a regolare le innovazioni altrui.