IL MES, LE SPESE MILITARI E LA PROPOSTA DI LETTA JR: COSA HA DETTO L’EX PREMIER AD ATREJU
Il Meccanismo Europeo di Stabilità come “soluzione” al problema dell’aumento delle spese militari, lato Europa: questo il “consiglio” dato da Enrico Letta all’Unione Europea con un obiettivo ben preciso, il Governo Meloni in Italia. Collegato alla festa di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia in chiusura oggi con l’intervento di Giorgia Meloni (che ha annunciato le prossime dimissioni da leader dei Conservatori Europei, ndr), l’ex Premier Pd torna a parlare di Mes, un tema tutt’altro che minimo in un Paese come il nostro che è rimasto l’unico a non ratificare la riforma siglata a suo tempo dal Governo Conte-bis.
Secondo Letta, incaricato dalla Commissione Von der Leyen del report sul mercato unico da poco presentato, davanti alle richieste pressanti di Donald Trump sul nuovo corso che la NATO dovrà prendere nei prossimi anni vi è un’unica risposta che si chiama “debito comune”: solo che per farlo la proposta lettiana punta sul “canovaccio” Mes, ribadendo come sia possibile usare i soldi di quel particolare Meccanismo di Stabilità «per aumentare la spesa militare». Davanti a Raffaele Fitto, nuovo vicepresidente della Commissione Ue, presente sul palco di Atreju, Enrico Letta ha spiegato di essere ben conscio che la vicenda Mes resta controversa ma sarebbe meglio comunque utilizzarlo «per finanziare la spesa militare» invece che lasciarlo «non ratificato e non utilizzato», in modo da «non gravare sui bilanci nazionali».
LE CONVERGENZE TRA FORZA ITALIA E PD SUL MES: NUOVO SEGNALE SUL FUTURO IN UE?
Le motivazioni per cui occorre puntare sui fondi comuni in Europa è tema ben più ampio delle proposte di Enrico Letta, dato che la pressione della nuova America di Trump è quella di collaborare attivamente alla difesa NATO con più del 2% del PIL di ogni Paese alleato: se così non fosse, la minaccia del prossimo inquilino alla Casa Bianca, gli Stati Uniti potrebbero anche pensare di sfilarsi dalla storica Alleanza Atlantica. Parte da qui Letta, riprendendo quanto negli scorsi giorni anche il Ministro della Difesa Crosetto aveva spiegato nel motivare la necessità di alzare concretamente la spesa militare italiana.
Il punto è capire come e per Letta non vi sono dubbi: «serve fare scelte che nessuno vuole fare, tipo spostare la spesa dal welfare alla difesa»: per questo il Mes torna di stretta attualità, con l’ex Premier Pd – oggi eminente esponente dell’intellighenzia europea – che punta dritto sul suo utilizzo per rispondere alle richieste di Trump. Immediate convergenze con Enrico Letta arrivano dal partito di cui è ancora attivo consigliere lo zio Gianni, quella Forza Italia che già in passato si è scontrata con Lega e FdI sul fronte Mes. Quasi all’unisono con le parole di Letta arrivano quelle del capogruppo di FI al Parlamento Ue, Antonio Martusciello: «Non è possibile che 20 Paesi su 19 scelgano di aderire al Mes e solo l’Italia si rifiuta. Su questo bisogna ragionare con il governo».
Già Tajani a suo tempo aveva avanzato posizioni molto più simili al Pd sul tema Mes (come su diversi altri fronti europei) che non al resto della coalizione, elemento dunque di ulteriore dibattito che si dovrà affrontare con il procedere delle prime mosse Ue sul fronte difesa e spese militari: una prima risposta, anche se ancora introduttiva, è giunta dallo stesso Commissario Fitto, replicando direttamente alla proposta di Enrico Letta dalla festa di FdI. Il dato rilevante, ha detto il nuovo vicepresidente esecutivo, è che per la prima volta la Commissione Ue ha un Commissario alla Difesa (il lituano Andrius Kubilius, PPE) e questo significa una «priorità assoluta fissata dall’Europa non solo in investimenti ma anche di garanzia in tema di stabilità». Sula difesa, tema centrale con la crescente situazione di tensione internazionale ormai alle soglie di uno scontro globale, secondo Fitto «non ci si può dividere, è una priorità assoluta».