“ENRICO MATTEI NON ERA FASCISTA: FA PAURA ANCHE DA MORTO”: PARLA LA NIPOTE

«Enrico Mattei fascista? Sono solo fantasie»: è netta la replica di Rosangela Mattei, la nipote dello storico fondatore dell’ENI, ancora oggi presidente femminile dell’Associazione partigiani cristiani fondata dallo zio nel 1947. In una doppia intervista a “La Repubblica” e al “Quotidiano Nazionale”, la nipote di Mattei respinge al mittente i file della CIA in data 11 agosto 1955, recuperati di recente da “Rep”: secondo Lester Simpson, inviato CIA a Roma, «Mattei stesso era un fascista fino al 1945. Aveva iniziato a lavorare nella Resistenza dopo l’8 settembre, facendo però attenzione allo stesso tempo di conservare i rapporti con i tedeschi. Come parte di questo processo, sua moglie era diventata l’amante di un capitano austriaco che era un ufficiale molto importante nella SD tedesca». Non solo, il report della CIA – che emerge nei giorni in cui il nome di Mattei è ritornato in auge per il piano per l’Africa voluto dal Governo Meloni e identificato proprio come “Piano Mattei” – sottolinea come addirittura Mattei avrebbe «pagato cinque milioni di lire ad un leader partigiano della DC per ottenere il titolo di capo partigiano della DC e il grado di generale della Resistenza nel CLN. La sua nomina era stata approvata dal generale Cadorna e dal colonnello Argenton, ora braccio destro di Mattei».



Tutte accuse respinte al mittente da Rosangela Mattei che a “Repubblica” racconta i fatti: «Da ragazzo come tutti alla sua età si era fatto una foto vestito da balilla, da qualcuno sfruttata per dire che fu fascista. Nessun elemento è stato mai trovato che lo ricolleghi al fascismo. Ma conservo migliaia di carte che attestano invece il suo ruolo nella Resistenza». Il tema semmai è un altro e Rosangela Mattei lo fa ben capire: non essere un partigiano “rosso” all’epoca (e pure oggi) viene spesso considerato come un potenziale fascista nascosto. «Prese il posto di un capo cattolico morto, dopo un accorato invito dello stesso Boldrini (esponente del cattolicesimo milanese, ndr) a mettersi in gioco, prima nelle Marche poi a Milano. Le sue qualità apprezzate da Cadorna lo fecero poi diventare uno dei capi della resistenza cattolica. Rischiò anche la vita diverse volte».



DA ROSANGELA MATTEI AL PROF. SAPELLI: “MATTEI FASCISTA? È ATTACCO ALL’ITALIA”

La nipote di Enrico Matteo bolla poi come mere “fantasie” le accuse di aver comprato il titolo di partigiano: «Ci vorrebbe un po’ più di rispetto per chi ha sacrificato la propria vita per creare lavoro e sviluppo migliori per tanti popoli. Sono tutti tentativi di offuscare l’immagine di un Mattei che era diventato un personaggio inattaccabile per le sue qualità». Inevitabile il riferimento a come morì Enrico Mattei, ormai sempre più chiaro che si sia trattato di un attentato e non di un “semplice” incidente aereo in quel terribile 27 ottobre 1962: «Essendo inattaccabile, l’unico modo per toglierlo di scena è stata l’eliminazione fisica. Come si può ben leggere nelle conclusioni del pm Vincenzo Calia, al delitto hanno partecipato servizi deviati italiani e stranieri e gruppi politici vicini anche a Mattei, nonché personaggi importanti all’interno dell’Eni».



Nell’intervista al QN è la stessa nipote di Enrico Mattei ad essere ancora più netta nel rispondere alle accuse di uno zio fascista a capo dell’ENI: «Mattei mette più paura da morto che da vivo, è evidente. Se da vivo fu necessario arrivare alla sua eliminazione fisica, da morto non si può fare altro che delegittimarlo, infangandone la memoria. Le notizie che ho letto sono destituite di ogni fondamento, assolutamente fantasiose. Ma mi confermano ancora una volta l’attualità della figura di mio zio». Secondo Rosangela Mattei, il report non è un caso sia emerso oggi dopo oltre 60 anni: «Ho pubblicato recentemente un libro che contiene molti documenti inediti provenienti dal carteggio riservato di Enrico Mattei. Riguardano in massima parte l’associazione terroristica denominata Oas, organizzazione paramilitare clandestina francese, attiva durante la guerra d’Algeria, che non perdonava a Mattei il suo aiuto ’concreto’ al popolo algerino e la sua azione anticolonialista in difesa dell’Algeria, e aveva rapporti con organizzazioni di estrema destra italiane. Faccio nomi e cognomi, e i figli di alcuni personaggi sono ancora vivi e attivi in politica. Dirò di più. Se questo documento è vero, ma io credo sia un fake, può essere considerato una sorta di ’atto di guerra’ contro il governo. Non dimentichiamoci che la stessa Meloni ha parlato di un ’Piano Mattei per l’Africa’. C’è qualcuno che ha interesse a far saltare il banco». Dello stesso avviso anche il professore ed economista Giulio Sapelli, sentito sempre dal QN: «È solo fango, è un attacco all’Italia. Merzagora e Valiani mi raccontavano la sua Resistenza. Quei file? Li leggiamo oggi perché il governo vuole un piano per l’Africa».