Il decadimento culturale è colpa della sinistra: Enrico Melozzi è tranchant ai microfoni di Libero. “Io non sono mai stato appoggiato dalla sinistra, anche se istintivamente sono di visioni progressiste. Nonostante tutto ciò da sinistra non ho mai ricevuto difese o proposte”, la sua analisi, ricordando che la sinistra ha gestito la cultura in Italia per tantissimi anni, praticamente sempre.
E, come anticipato, per Melozzi, gran parte del decadimento culturale del Paese è colpa della sinistra: “A partire dal cambio di destinazione d’uso teatri, alla loro musealizzazione dell’opera e del balletto, fino alla tragedia che sta colpendo gli enti lirici sia proprio colpa di questa sinistra. Ottant’anni fa la Rai aveva decine di orchestre, oggi ne ha una sola”.
Il j’accuse di Enrico Melozzi
Secondo Melozzi è in corso una regressione culturale, ricordando come i musicisti esecutori fino alla prima metà del Novecento erano 150 mila volte più bravi, come i cantanti ed i compositori: “Il movimento delle avanguardie nel secondo dopoguerra è stato finanziato dagli americani per distruggere le nostre radici. Siamo arrivati all’esaltazione dell’astratto, del nulla, quando il concetto di composizione, il pentagramma con Guido d’Arezzo sono nati in Italia”. Per il direttore d’orchestra di Maneskin e Achille Lauro è necessario puntare su gente capace di amministrare la bellezza: “Ci sono presidenti di enti sinfonici nazionali che scrivono musica che potrebbe funzionare solo per film horror, mentre il pubblico deve uscire dal teatro urlando, piangendo e ridendo. L’arte deve restare appannaggio degli artisti”. E ancora: “Proprio l’esperienza del Teatro Valle, ultrapolitica, dimostra che cittadinanza e artisti uniti sanno far funzionare e esplodere il cartellone di un teatro, altro che i corsi universitari per gestire la cultura! Servono artisti non manager. Anche i conservatori per i valori che esprimono oggi andrebbero aboliti”.