Tanti gli argomenti trattati da Enrico Mentana a Oggi è un altro giorno, a cominciare dalla noia. Serena Bortone ha chiesto al direttore del Tg di La7 se si annoiasse mai, e il giornalista ha replicato: “Un po’ la esorcizzo con il sudoko e altro, ma non ho la paura del vuoto, e penso anche all’età in cui andrò ai giornaletti, ai cantieri…”. In studio arrivano quindi due messaggi dal Tg5, storico telegiornale diretto da Mentana: “Mi fa sempre piacere, persone che hanno contato nella mia vita. La cosa bella è poterselo ancora raccontare. Col passare degli anni si mitizza, ma l’hai vissuto, io al tg5 avevo 36 anni”.
Sulla politica: “Mi piace? Se facessi maratone e non mi piacesse la politica sarei un pazzo. La cosa bella della politica è che non ci sono principi, che è la cosa più brutta da vivere. La politica è entusiasmante perchè è la rappresentazione dell’Italia”. Si parla anche di Lamberto Sposini: “Lamberto è una persona con cui ho passato più tempo della mia vita, dalla mattina alla sera, un amico del cuore con gli alti e bassi della vita, per me è un fratello, e quando non sta bene ti fa preoccupare e dispiacere”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ENRICO MENTANA “MIA PRIMA MARATONA? LA STRAMILANO. SONO EMOTIVO MA NON ANSIOSO”
Il grande direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, è stato ospite negli studi di Oggi è un altro giorno, su Rai Uno. La conduttrice, Serena Bortone, incalza subito il suo ospite sulla sua velocità di parlata e la sua reattività: “Io veloce e reattivo? Si sono sempre stato così, anche a scuola – attacca Mentana – io avevo la parlantina ma i prof capivano lo stesso che non avevo studiato, non bastava ‘intortarli’ parlando tanto. Alcuni me li rendevo accondiscendenti, altri invece si arrabbiavano. All’esame di maturità ho rischiato facendo una battuta… Ma sulle cose importanti so tacere, so tenermi a freno”. Sulla sua prima maratona… reale, la storica Stramilano: “Il giorno dopo sembrano un poveretto, quei chilometri furono sfidanti, fortunatamente era non competitiva. Nella vita bisogna essere pronti ad ogni tipo di velocità, ti parla uno che non ha la patente, non l’ho mai presa perchè la gente si arrabbiava in macchina. Io sono un navigatore invasivo, un radar. Io non ho la rubrica nel telefonino, ricordo i numeri a memoria, mi chiedono come faccio e io rispondo che così facevano tutti prima dei cellulari, e poi serve a esercitare la memoria e la testa”.
ENRICO MENTANA: “LA MIA PRIMA MARATONA TV A 26 ANNI”
La sua prima maratona tv arrivò invece quarant’anni fa, il matrimonio storico di Lady D: “Avevo 26 anni – commenta Mentana – pensa se uno di questa età lo fa ora, lo prendono per raccomandato, una volta queste chance le davano a tutti. Ho iniziato presto, è stata la mia fortuna”. E ancora: “Io sono emotivo ma non ansioso, quando vado a fare il Tg entro 30 secondi prima in studio, per questo faccio dei casini terribili, non tutti stanno al passo con l’assenza di ansia, si preoccupano quando non mi vedono, soprattutto quando sono ospite. E’ un po’ un egoismo, lo ammetto, io non ho ansie ma gli altri le hanno, se vai a casa di un ansioso non puoi arrivare in ritardo”. Sui suoi genitori: “Mi hanno trasmesso amore, alla loro emotività non sono insensibile, mi hanno voluto tanto bene e l’ho capito. Tutti i giorni che ho passato con loro, mia mamma mi veniva a salutare anche sul balcone quando uscivo, era la classica mamma, forse perchè lei aveva passato gli anni della guerra in un fienile, ma non se ne parlava in famiglia, di queste cose non si parlava. C’era un mio compagno di scuola, Alberto, che sua mamma era ebrea, solo 30 anni dopo ho scoperto che sua mamma era Liliana Segre, la mamma non gli aveva mai raccontato nulla. Chi ha vissuto quelle cose non le trasmette ai figli, per proteggerli”. Il direttore del Tg La7 ha quindi parlato anche del suo primo incarico al Tg1 e della burocrazia dell’epoca: “Io scrivevo tre righe di notizie in cinque copie a macchina da scrivere con la carta carbone, poi quello che scrivevo faceva una serie di passaggi fino ad arrivare al conduttore, tu pensa la burocrazia dell’epoca”.