Enrico Pieri, 86 anni, è superstite e testimone dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, avvenuto il 12 agosto 1944. Le SS, guidate da fascisti locali, fecero irruzione in tutte le case del paesino versiliese, all’alba, e, nel giro di poco, uccisero a colpi di mitragliatrice donne, anziani e bambini, dando fuoco ai corpi e alle case. Enrico, che all’epoca aveva solo 10 anni, si salvò nascondendosi nel sottoscala insieme alla figlia dei vicini, Grazia Pierotti, e alla sorellina di lei, Gabriella, che si buttò tra i cadaveri fingendosi morta.



Quel giorno Enrico perse il papà Natale, la mamma Irma, incinta di 4 mesi, le sorelline Luciana e  Alice, nonni, zii e cugini. “Avevano furia. Da quando ci hanno avvisato che c’erano i tedeschi, in mezz’ora è successo tutto. Ammazzavano, trovavano, bruciavano le case, poi andarono via. Si sentiva sparare da tutte le parti. Ma a mezzogiorno erano già a Valdicastello”, ha ricordato Enrico Pieri, come riporta Il Fatto Quotidiano.



Enrico Pieri: superstite e testimone dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema

Emigrato in Svizzera, dove ha vissuto per 32 anni, Enrico Pieri ha dovuto subire le discriminazioni verso gli italiani. Al momento di dover mandare il figlio Massimo a scuola, scelse una scuola tedesca: “In quegli anni si stava costruendo l’Europa e la Germania era troppo importante per l’Europa. Se abbiamo più di 70 anni di pace, lo dobbiamo all’Unione Europea”. Nel 2011 il Parlamento Europeo gli ha conferito il titolo di Cittadino Europeo dell’anno e nel luglio 2020 la repubblica federale di Germania lo ha nominato cavaliere al merito.



Enrico Pieri ha donato all’associazione “Martiri di Sant’Anna di Stazzema” la sua casa di infanzia, la stesa in cui fu sterminata la sua famiglia, per favorire incontri e dare spazio alle delegazioni di studenti e ricercatori che si recano a Sant’Anna. “Di memoria c’è bisogno”, dice sempre agli studenti che incontra nelle scuole o a Sant’Anna. Lo scorso dicembre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Pieri il titolo di commendatore dell’ordine al merito “per l’impegno, di tutta una vita, a favore della tutela della memoria, della diffusione della conoscenza storica e della difesa dei principi alla base della convivenza democratica”.