E’ indagato il governatore della regione Toscana, Enrico Rossi. L’inchiesta riguarda la gara regionale per il trasporto pubblico locale, il Tpl, un bando da 4 miliardi di euro per undici anni. Come riferisce l’edizione online di Repubblica, oltre al governatore toscano, figurano altri 6 indagati fra cui i 2 dirigenti dell’area trasporti e dell’ufficio gare, Riccardo Buffoni e Ivana Malvaso, nonché la commissione che aggiudicò il bando di gara, per cui l’ipotesi di reato è quella di turbativa d’asta. Pronta la replica dello stesso Rossi, che attraverso la propria pagina Facebook ha scritto: “Accuse infamanti e ridicole. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori”. Stando a quanto scrive Rossi sul proprio social, l’indagine sarebbe nata da “un esposto fatto dalla cordata di imprese che ha perso la gara regionale per il trasporto pubblico locale su gomma. Questa associazione di imprese non solo ha strumentalmente usato la giustizia amministrativa perdendo regolarmente tutti i ricorsi, facendo così ritardare il contratto con l’impresa vincente e quindi la partenza del servizio ma, come ultimo colpo di coda per bloccare le regolari procedure, ha fatto anche un esposto alla procura mettendo sotto accusa oltre a me, l’intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilità”.
ENRICO ROSSI: “AI CALUNNIATORI CONSIGLIO DI PREPARARSI A PAGARE”
Rossi ha aggiunto che aspetta il momento giusto per querelare “i calunniatori a cui consiglio di prepararsi a pagare per le loro diffamazioni”, sottolineando come le accuse nei suoi confronti riguarderebbero delle dichiarazioni rilasciate in data 13 novembre 2015 “sull’esito provvisorio della gara, prima della sua conclusione formale”. Il presidente della Toscana sottolinea il danno subito dalla regione e dai suoi cittadini: “La cosa più vergognosa e triste di questa vicenda – conclude – è che con la strumentalizzazione della giustizia amministrativa e ora persino di quella penale si è sviluppato un contenzioso che ha ritardato di almeno 4 anni la partenza del nuovo servizio di trasporto pubblico locale, provocando un danno alle casse regionale di due milioni di euro per ogni mese, e impedendo ai cittadini di beneficiare da anni di un trasporto pubblico locale moderno e con autobus nuovi”. L’inchiesta era entrata nel vivo alla fine del mese di maggio, con perquisizioni negli uffici della Regione nonché presso la sede delle Autolinee Toscana, la società che si è aggiudicata il bando. Il gruppo che ha invece presentato l’esposto è il “Mobit Scarl” e gli inquirenti stanno cercando di capire se il bando sia stato regolare o meno.