Enrico Ruggeri, intervistato da Libero, è intervenuto su alcuni argomenti attuali ma ha parlato soprattutto di calcio. L’artista è infatti Presidente e giocatore della Nazionale cantanti, squadra impegnata in attività di solidarietà e della quale fa parte dal 1984. Ma non solo, il 16 aprile 2021 Ruggeri è stato ingaggiato dal Sona, club veneto di Serie D in cui gioca anche Maicon, ex campione dell’Inter di cui il cantante è grande fan. Nella versione da calciatore scenderà inoltre in campo il 25 maggio in occasione della Partita del Cuore, che quest’anno giunge alla sua 30esima edizione: ”Mi piace ricordare che in questi anni abbiamo raccolto quasi 100 milioni di euro, con una formula per cui l’incasso non transita da noi ma va direttamente in beneficienza”.



La sua Nazionale cantanti compie invece 40 anni, fu fondata nel 1981 da artisti quali Mogol, Morandi, Fogli, Tozzi e Pupo, e per la prima volta la partita che la vede protagonista andrà in onda su Mediaset. Su questo Enrico Ruggeri ha detto: ”Il passaggio su Mediaset si spiega con la ricerca dell’entusiasmo. L’azienda ci ha contattati e abbiamo visto in loro un’enorme voglia di fare. Rai 1 invece è diventata elefantiaca”.



Enrico Ruggeri calciatore del Sona a 63 anni

Durante l’intervista rilasciata a Libero, il cantante ha parlato del suo tesseramento al Sona, che gli permetterà di stabilire un record mondiale: debuttare all’età di 63 anni in una squadra di calcio: ”Ambisco a diventare l’Eriksen del Sona, perché di ruolo faccio il trequartista. A differenza sua però, se entro al 92esimo, non polemizzerò”. Ha preso come esempio il calciatore danese che attualmente sta facendo grandi cose con l’Inter, la squadra per cui Enrico Ruggeri fa il tifo da sempre. Ora che debutterà al Sona, l’artista giocherà al fianco di Maicon che per sei anni (tra cui il famoso anno del triplete) è stato nerazzurro.



Non si fermerà però la sua attività musicale, a giugno infatti riprenderà a suonare dal vivo, e in merito alla grande crisi che ha vissuto il settore dello spettacolo si è espresso dicendo: ”E’ la categoria più umiliata. Mi viene in mente la frase di Giuseppe Conte ‘i cantanti ci fanno tanto divertire’, con cui siamo stati ridotti a giullari di corte. Chiudere tutto il settore è stato un attentato alla cultura”. Alla domanda di cosa ne pensasse lui del ”caso Fedez” legato al Concerto del Primo Maggio di Roma ha risposto semplicemente con queste parole: ”Credo che la Rai sia caduta in una trappola mediatica tesa da Fedez. Quanto al DDL Zan, personalmente trovo assurdo perfino pensare di discriminare un gay. Ma una guerra liberatoria non la fai per via legislativa”.

Enrico Ruggeri: ‘Diamo un calcio al politicamente corretto’

Con l’esperienza che si porta alle spalle Enrico Ruggeri si è anche soffermato a dire la sua su un argomento come quello del politically correct, ritenendo che non c’è più il senso dell’ironia e che è sempre l’intenzione a determinare il peso delle parole: ”Da ‘calciatore’ direi: diamo un calcio al politicamente corretto”. Per lui, che su Libero viene definito come artista libero e non schierato a sinistra, è sempre stato difficile trovare spazio nel mondo dello spettacolo; in merito all’interruzione del suo programma di successo della Rai ”Una storia da cantare” ha rivelato che non è stato più voluto perché era il manifesto di una cosa perfettamente riuscita, ma appartenente alla gestione precedente di Rai 1: ”Quella in odore di Salvini, e non allineata con la nuova gestione, più vicina al Pd”.

Con queste parole Ruggeri si schiera così contro un sistema che, per come dice lui, non premia le cose che vanno bene ma segue altre dinamiche. A chiudere l’intervista su Libero gli viene chiesto se gli piacerebbe l’idea di avere Giorgia Meloni a capo del Governo, e il cantante si direbbe pro: ”Avremmo finalmente una donna premier. E, a quelli che tifano per le quote rosa, vorrei ricordare che non ne abbiamo ancora avuta una”.