Enrico Ruggeri intervistato da Panorama si racconta in attesa di rivederlo stasera, con la seconda puntata di “Una storia da cantare”, su Rai1 con Bianca Guaccero. “La canzone dell’amore perduto mi commuove ogni volta”, racconta. “Di Battisti invece la mia preferita è Non è Francesca. C’è dentro tutto, come in Delitto e castigo di Dostoevskij. È riuscito ad andare oltre”. Il musicista svela di essere andato oltre risalendo la corrente come un salmone: “Con orgoglio, fierezza. determinazione e autonomia. Cercando di tenermi lontano dalle leggi del mercato. Ho inciso 35 album e fin dall’inizio ho avuto la fortuna di capire che non avrei mai fatto un concerto a San Siro, ma non sarei mai scomparso”. Di seguito ha detto la sua sui giovani ed i talent show: “Ho fatto anche il giudice anni fa. Il vizio di forma è che viene scelto quello che canta meglio. Eppure la gente non va a vedere Vasco perché è un portatore del bel canto. Ma perché nelle sue canzoni si riconosce. Cosa vale oggi? – prosegue – Il tempo stabilisce la differenza tra la trovata e l’idea”.
Enrico Ruggeri torna con la seconda puntata di Una storia da raccontare
La seconda puntata di “Una storia da cantare” è dedicata a Lucio Dalla. “È sempre stato spiazzante. – confida ancora Enrico Ruggeri – Adoro La casa in riva al mare. Fotografica, suggestiva. l’apoteosi della fantasia. Non è una trovata, è l’esplosione del genio”. Poi dice la sua anche sui rapper: “Se li ascolto? Il mio primo concerto è stato Emerson Lake& Palmer. Ero a Londra al Marquee a camminare sul vomito sotto il palco dei Clash. È difficile che arrivi a casa e abbia voglia di sentire il disco di un nuovo rapper. Forse perché proviene da un milieu borghese come De André. Vengo da due famiglie nobili e ricchissime che hanno perso tutto quando sono nato io. Ho l’aristocratico disprezzo del denaro e la rabbia dei poveri. Se parti ricco sei svantaggiato. Hai meno Garra Charrua, termine calcistico uruguayano per definire la voglia di vincere degli ultimi”. E sulla politica precisa (e conclude): “Non essere di sinistra non vuol dire essere di destra”.