Enrico Vanzina ricorda suoi fratello Carlo a Domenica In. “Volevo raccontare attraverso una storia cruda, vera, che l’amore è più forte”, spiega l’ospite di Mara Venier: “mio fratello è stato grandissimo, ha amato i suoi figli, sua moglie, io ho voluto raccontare l’altro, quello che faceva sorridere […] c’era un altro Carlo, ottimista e perbene, che ha adottato il silenzio”. Per Enrico Vanzina è non è stato facile sopportare la morte di suo fratello: “ho perso mamma, papà e poi Carlo – spiega il regista – abbiamo lavorato tutta la vita insieme, le perdite sono terribili”. Tuttavia, “la scomparsa di una persona toglie tutto ciò che non serve, ti resta lui, farò sempre questo lavoro pensando a lui. Quando sono in difficoltà – spiega Vanzina – gli chiedo: “Com’è che faresti? E lui mi risponde”. Il loro rapporto è sempre stato idilliaco: “sulle questioni di lavoro abbiamo sempre avuto le stesse idee – conclude il regista – non abbiamo mai litigato, solo che io sono un po’ più pessimista”. (Agg.di Fabiola Iuliano)
“Il mio film d’amore per Carlo”
Enrico Vanzina, sceneggiatore, produttore cinematografico, regista e scrittore, sarà ospite della prossima puntata di Domenica In. Nell’intervista a Mara Venier parlerà anche del suo nuovo libro, Mio fratello Carlo, uscito dopo la morte del suo complice cinematografico avvenuta l’8 luglio dell’anno scorso. “Ho voluto scrivere una storia d’amore, il mio film d’amore per Carlo”, ha dichiarato Enrico alla presentazione. Anche Carlo Verdone, in questo contesto, ha voluto omaggiare l’amico scomparso: Carlo Vanzina era “un uomo di una finezza anni ’50, pieno di stile, dignità e grazia. Il suo modo di fare lo rifletteva nel suo cinema, dove alla fine trovi sempre un’umanità buona. I difetti vengono raccontati in maniera veniale, e non c’è mai cinismo”. E a Enrico dice: “Hai fatto un grande omaggio a tuo fratello, il tuo alter ego, gli hai fatto il dono più grande. Carlo era un personaggio di grande umanità, con cui ogni domenica mattina condividevano un piccolo rito, ci chiamavamo, e lui era l’unica persona che mi chiedeva solo come stessi. Mentre tutti in genere mi chiedono favori, lui non l’ha mai fatto”.
Enrico Vanzina sulla morte del fratello Carlo
Tanti i colleghi che hanno voluto ricordare Carlo, sfruttando l’occasione dell’uscita del libro. Sia lui che Enrico Vanzina hanno in qualche modo riscritto la storia del cinema, con 30 anni di commedie all’italiana da Sapore di mare a Vacanze di Natale. Anche il momento della morte è stato vissuto col sorriso, serenamente, come racconta il regista Giuseppe Tornatore: “Carlo e Enrico un happy end non sono riusciti a realizzarlo, ma ci resta il ricordo di una persona speciale come lo sono tutti quelli che dedicano la vita a fare ridere gli altri. Forse scopriremo che alla fine l’happy end c’è stato lo stesso”. E infatti: “Carlo ha confuso il cinema con la vita ed è stata la sua fortuna, fino alla fine ha cercato e voluto guarire. E anche nel momento in cui ha deciso, perché l’ha deciso lui di staccare, l’ha fatto dopo un momento di gioia, la laurea della figlia”.
Enrico vanzina e il rapporto con Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis ha collaborato per anni con i fratelli Carlo ed Enrico Vanzina. Nel libro c’è spazio anche per un accenno al noto produttore cinematografico: “Carlo e io conoscevamo Aurelio da quando eravamo piccoli. Da ragazzo lui era quello che si definisce un birbante. Esuberante, casinaro, sempre pronto a compiere tutte le zingarate allegre dell’adolescenza. Poi, crescendo, era diventato un bravissimo produttore, forse il migliore dei tanti con i quali abbiamo lavorato. Il nostro legame professionale iniziò nel 1983. Aurelio venne alla prima del nostro film Sapore di mare. Rimase folgorato. All’uscita del cinema ci disse: ‘Vediamoci. Dobbiamo assolutamente fare un film insieme’. Il giorno dopo ci incontrammo in un ristorante. E lì nacque il primo Vacanze di Natale. Fu la nostra fortuna e la sua!”.