Enrico Vanzina potrebbe parlare per ore raccontando dei suoi 50 anni di vicinanza e amicizia con Alberto Sordi colui che, da amico di famiglia, è stato suo mentore e sua ispirazione. Nell’occasione del centenario dalla nascita di quello che il regista e produttore etichetta come “il Generale della commedia”, Vanzina racconta alcuni aneddoti curiosi dall’incontro con Renato Pozzetto al suo pensiero su Roberto Benigni finendo ad una serata in un locale gay che ancora ricorda chiaramente ma sempre con il sorriso che solo la comicità pungente di un genio come Alberto Sordi poteva regalare. Il lungo racconto che Enrico Vanzina ha affidato a Il Messaggero è quello di un Alberto Sordi inedito che, dall’alto della sua posizione e della sua bravura, si è permesso di giudicare Renato Pozzetto e Roberto Benigni, in auge proprio in quel periodo, e si è addirittura lasciato trascinare in un locale gay negli Usa per un Natale tra amici. In particolare, Vanzina sull’incontro con Pozzetto racconta: “I due non si conoscevano e quando mamma li presentò, Pozzetto tese la mano a Sordi con emozione e rispetto mentre Alberto fece la classica risata, gli diede una carezza e disse: «Ma tu chi sei? Sei Cochi o sei Renato?…». Era il suo modo per stabilire che il generale della commedia all’italiana era sempre e comunque lui”.
ENRICO VANZINA RACCONTA UN INEDITO ALBERTO SORDI
Altra storia riguardo a Roberto Benigni di cui disse: “‘E’ un matto… Sembra uno di quei pupazzi a molla che escono dalla scatola…’ E ci mimò Jack in The Box che salta fuori dondolante a braccia aperte. Lo aveva fotografato”. Enrico Vanzina è convinto che la sua forza era proprio questa, quella di fotografare le persone, soprattutto i difetti degli italiani, e portarli sullo schermo: “Alberto ha imitato alla perfezione gli italiani ma poi, per un misterioso meccanismo d’identificazione al contrario, sono stati gli italiani a imitare lui. Lui era noi e noi siamo tutti un po’ lui”. La chicca della sua intervista è proprio quella del racconto di un Natale in America durante il quale sono riusciti a trascinarlo in un locale gay: “Dopo la mezzanotte Silvana Mangano ci portò in un luogo che allora faceva scalpore: una sauna gay… noi eravamo eleganti ma il locale era pieno di giovani omosessuali che ballavano mezzi nudi. Sordi, spaesato, si fermò ad osservare un ragazzo efebico, in piedi su un tavolo, coperto da un minuscolo telo bianco.. ad un certo punto lui si girò e vedendo Alberto esclamò: «Alberto Sordi!». Era un italiano…Alberto fece ancora una volta la sua risatina e gli disse: «Ma che stai a fa qui? Mò te pijo per le orecchie e te riporto in Italia a casa da mamma!”. Inutile dire che il filo rosso di questi 50 anni insieme è che Alberto Sordi è stato sempre uno di famiglia, sin da quando lui e il fratello Carlo da bambini, sedevano sulle sue ginocchia.