Enrico Varriale non è più il vicedirettore di Rai Sport. La notizia ha assunto i crismi dell’ufficialità nelle ultime ore, quando la nuova dirigenza Rai, formata da Carlo Fuortes nel ruolo di amministratore delegato e da Marinella Soldi (presidente), ha ratificato la propria decisione che vede il giornalista campano non essere riconfermato alla vicedirezione della testata, posizione che rivestiva da due anni a questa parte. Confermati, invece, in questa veste, la signora del ciclismo Alessandra De Stefano e Marco Civoli, che affiancheranno il direttore Auro Bulbarelli. Proprio a Civoli dovrebbe essere assegnata la delega al calcio che era detenuta proprio da Varriale.

Quest’ultimo, in occasione dei recenti Europei di calcio, vinti dalla nostra Nazionale, aveva rivestito un ruolo di primaria importanza, animando i servizi pre e post partita dallo stadio Olimpico di Roma, che ha ospitato i tre match del girone degli Azzurri, disputati, nell’ordine, contro Turchia (3-0), Svizzera (3-0) e Galles (1-0). Neppure l’euforia del trionfo e gli ottimi ascolti registrati dalla Rai hanno consentito al cronista di evitare il “taglio”.

ENRICO VARRIALE NON È PIÙ VICEDIRETTORE RAI SPORT: LA LETTERA

Al di là del “taglio” di Enrico Varriale, che non è più il vicedirettore di Rai Sport, segnaliamo il testo della lettera che il nuovo corso della dirigenza Rai ha inviato i propri dipendenti, utile anche a motivare le ragioni del rimescolamento delle carte: “La Rai svolge un ruolo primario nella costruzione della coesione e inclusione sociale e ha bisogno di avere il coraggio e le energie positive per innovare e sperimentare”.

Tale obiettivo “in questi giorni si rinnova attraverso un consiglio di amministrazione che avvia il suo percorso pienamente consapevole della necessità di un forte cambiamento per affrontare adeguatamente le grandi sfide culturali, economiche e tecnologiche dei prossimi anni, indispensabili per la nostra azienda”. Insomma, la voglia di portare aria di novità all’interno di Rai Sport parrebbe essere alla base della ridistribuzione degli incarichi e, soprattutto, dell’esclusione di Enrico Varriale dai vertici della testata.