Spuntano nuove accuse nei confronti del giornalista sportivo di casa Rai, Enrico Varriale. Dopo il processo per presunto stalking ai danni dell’ex compagna, come si legge sul sito del Corriere della Sera il volto noto della tv pubblica sarebbe ora accusato da un’altra donna. La vittima avrebbe ricevuto due telefonate il 19 dicembre, a distanza di mezz’ora l’una dall’altra, da parte proprio dello stesso Varriale (il condizionale è d’obbligo, riportiamo quanto scrive il quotidiano di via Solferino), in cui le diceva “Morirai”. La stessa donna, che avrebbe avuto una relazione con Varriale, sarebbe stata aggredita dieci giorni prima dal giornalista: secondo la testimonianza le avrebbe sferrato uno schiaffo così violento da farle sbattere la testa sul pavimento e poi svenire. Il Policlinico Gemelli, dove la presunta vittima si è recata, ha messo a referto “trauma cranico con commotivo”, con quattro giorni di prognosi.

Mentre la donna cercava di chiamare il Numero unico delle emergenze, Enrico Varriale l’avrebbe minacciata esplicitamente: «Se mi denunci, ti ammazzo». Si tratta di una serie di episodi che si trovano nell’avviso di chiusura indagini che è stato notificato dal pm Daniele Cento al conduttore televisivo, che rischia ora di venire processato per atti persecutori e lesioni aggravate, secondo procedimento giudiziario nel giro di pochi mesi dopo quello che lo vede imputato per lesioni e stalking nei confronti dell’ex compagna. La seconda vittima dovrebbe testimoniare nel processo fra due settimane, quando si terrà l’udienza.

ENRICO VARRIALE, SECONDA ACCUSATRICE: “AVEVO GLI OCCHI ROSSI…”

Stando a quanto scrive ancora il quotidiano di via Solferino i due episodi sarebbero in qualche modo collegati visto che la seconda donna che accusa Varriale avrebbe avuto una relazione con lo stesso subito dopo la fine della prima relazione, quella con la denunciante. «Quando mi sono ripresa – ha raccontato ancora la seconda accusatrice – avevo gli occhi arrossati e c’era una strana puzza d’aceto. Ho provato ad andarmene ma la porta di casa era chiusa a chiave».

Nei giorni seguenti il presunto schiaffo, Varriale avrebbe provato a chiamare più volte la donna da dei numeri anonimi ma anche tramite WhatsApp, e anche contattando i figli: «Vivevo con le luci spente e non rispondevo al citofono per paura che lui mi controllasse», ha raccontato ancora lei alla polizia. Varriale, già sentito dai pm sulla vicenda, avrebbe fornito elementi tali da smontare le accuse dichiarando quindi estraneo ai fatti.