“Archiviamo il Superbonus, ma proroghiamo gli altri bonus edilizi che non hanno mai dato problemi, anche con la cessione del credito selettiva”: così Enrico Zanetti ai microfoni di Repubblica. Ex viceministro all’Economia, il consigliere del ministro Giorgetti ha posto l’accento sugli errori tecnici e politici tra Superbonus e bonus facciate: “Ma esiste una differenza tra le due agevolazioni. Il bonus facciate è stato un vero e proprio veleno che ha favorito le truffe. Il Superbonus invece è stata una medicina, ma l’effetto dipende dalla posologia: due aspirine ti rimettono al mondo, un flacone intero ti manda al Creatore. Con la proroga del 110% con sconti e cessioni anche per tutto il 2022 e 2023, per tutti i contribuenti e tutti i condomini compresi quelli micro, è come se avessimo dato non uno, ma dieci flaconi interi di questa medicina”.



Il punto di Enrico Zanetti

Nel corso del suo intervento, Zanetti ha evidenziato che i dieci flaconi di Superbonus si scaricheranno sul debito dei prossimi anni, in particolare nel triennio 2024-2026: “Chi nega che il Superbonus sia uno straordinario acceleratore di Pil, nega l’evidenza. Ma chi nega che rimane un costo netto per lo Stato nega l’evidenza a sua volta”. Zanetti ha poi rimarcato che il ministero delle Finanze dell’epoca valutò un costo di 35 miliardi, ma il conto ha già toccato quota 80 miliardi: “Mi metto nei panni della premier Meloni: nella Nadef del 2022, all’indomani delle elezioni, si è trovata i 35 miliardi salire a 61. E non è finita. Bello scherzo le hanno fatto no?“. Il maggior deficit causato dal Superbonus si scaricherà sul 2023, ha aggiunto l’esperto: “A livello di debito, la coda si scaricherà invece sul già appesantito 2024-2026 e sul 2027”.

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