Non si spengono i riflettori su Enrico Zenatti, in carcere con l’accusa di aver ucciso la suocera, la 73enne Anna Turina. Il Corriere della Sera sottolinea come lo stesso Zenatti sia nuovamente finito nel mirino degli inquirenti a seguito di una doppia indagine riguardante la morte di due prostituite che lavoravano fra Veneto e Lombardia, leggasi la brasiliana Luciana Lino De Jesus, strangolata nel 2004 in un bilocale di Verona, e la colombiana Jolanda Holgun Garcia, sparita nel 2003 e mai più ritrovata. Zenatti, 53enne che lavora nel mantovano presso il negozio di frutta della moglie, aveva tempestato di chiamate proprio Luciana prima del decesso, e le celle agganciarono il telefonino dell’uomo a 500 metri dalla casa della vittima.



Inoltre, qualche settimana più tardi, un funzionario del consolato colombiano provò a chiamare Jolanda, la seconda prostituta, e al suo telefono rispose sempre Zenatti, dicendo che la donna stava bene. Due gialli tutt’ora irrisolti, ma come riferisce il quotidiano di via Solferino, in Procura sono convinti che la moglie del fruttivendolo possa essere un testimone chiave di questa vicenda, “per svelare sia il presente sia un ipotetico oscuro passato, sarà la moglie”.



ENRICO ZENATTI, I SOSPETTI RIGUARDANTI DUE OMICIDI DI DUE PROSTITUTE: COSA STA EMERGENDO

Ovviamente, bisogna presumere che la donna sappia e che abbia voglia di confidarsi, e inoltre, che proprio Zenatti sia colpevole, cosa tutt’altro che certa. L’uomo appare infatti fino ad oggi molto “vicino” alle tre vittime, a cominciare dalla suocera, con cui i rapporti erano pessimi: le telecamere di sorveglianza delle case dei vicini della vittima hanno inquadrato proprio il genero uscire dall’abitazione in una fascia temporale compatibile con la morte, avvenuta poi per un taglio alla gola.



La pista della rapina è stata scartata, ed ora Enrico Bastianello, legale dei parenti di Luciana, sta valutando se presentare delle istanze per riaprire le vecchie indagini. Fino a prova contraria, Enrico Zenatti risulta essere totalmente innocente per i due casi, mentre per quanto riguarda la suocera continua a ripetere: «vi state sbagliando, non sono io l’assassino, non avevo ragioni per togliere la vita a mia suocera, non è vero che tra noi c’erano screzi e dissapori, andava invece tutto bene».