RUFFINI (AG. ENTRATE): “IL FISCO NON È AMICO, SERVIE SERIETÀ. SUI CONTENZIOSI…”
«Il Fisco non può essere amico del contribuente, mai»: fa un certo effetto la schiettezza del direttore di Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini usata per l’intera lunga intervista rilasciata al “Corriere della Sera”. Per richiamare le novità nella lotta all’evasione dei prossimi mesi – in sintesi, più controlli incrociati sui conti correnti e attenzione ai “finti contribuenti all’estero” – il n.1 dell’Agenzia appena riconfermato dal Governo Meloni (ma nominato dal Governo Renzi) non sembra sposare appieno i progetti di Lega-FI-FdI per quanto riguarda lo snellimento, la pace fiscale e la de-compressione del “gioco” delle tasse.
Il Fisco non può essere “amico” secondo Ruffini perché «gli amici ce li scegliamo, non me li può dare la legge, gli amici stanno altrove. Il Fisco non può essere amico. Ma invece può essere un corretto equo interlocutore, deve essere questo. Io non vorrei avere un fisco amico ma un Fisco con cui interloquire in modo corretto». Direttamente dalla Versilia di Marina di Pietrasanta (dove ha presentato il nuovo libro “Uguali per Costituzione. Storia di un’utopia incompiuta dal 1948 a oggi”), il direttore dell’Agenzia – elenca i successi ottenuti dalla lotta all’evasione intrapresa ormai 5 anni fa: «Abbiamo spostato l’asticella in alto. Il nostro lavoro sarà valutato anche e soprattutto sull’incremento dei servizi telematici, sulla accelerazione dei rimborsi, sul contenzioso». Il livello di evasione fiscale è sceso di circa 15-20 miliardi tra il 2017 e il 2022 e lo scorso anno il recupero record di oltre 20 mld ha soddisfatto Ruffini: «Una cosa è il recupero dell’evasione fiscale, un’altra la riduzione dell’evasione fiscale. L’evasione fiscale, che è stimata dal Mef, negli ultimi anni è scesa, si è ridotta. Vuol dire che i contribuenti sono sempre più leali nei confronti della comunità e degli altri cittadini. Ciò anche grazie all’opera di digitalizzazione che ha reso più complicato attuare i meccanismi di evasione».
I CONTROLLI INCROCIATI SUI CONTI CORRENTI: L’ANNUNCIO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
La lotta all’evasione ha visto come nuovo target individuato dall’Agenzia delle Entrate – e compreso anche negli accordi Ue-Italia sul PNRR – i 2,8 miliardi di euro da recuperare entro il 2025: «Bisogna considerare che questo incremento è aggiuntivo rispetto ai risultati già conseguiti. Una decina di anni fa il livello di evasione fiscale ’in senso stretto’, ovvero relativa a Irpef, Iva, Irap, Ires, senza considerare quella sui contributi previdenziali, si aggirava sugli 85 miliardi», spiega ancora il direttore Ruffini al “Corriere”. Ma già nel 2019, grazie anche all’introduzione della fatturazione elettronica, tale quota era scesa a 75: perciò, accanto a questa riduzione, «c’è l’azione di contrasto vero e proprio dell’Agenzia, che nel 2022 ha recuperato la cifra più alta di sempre. E già quest’anno assicureremo 1,3 miliardi in più rispetto a quanto previsto dalla scorsa convenzione».
Il nuovo obiettivo alza l’asticella della lotta all’evasione di circa il 15%: per farlo il nuovo strumento è rappresentato dai controlli incrociati che avverranno sui conti correnti dei contribuenti. Spiega ancora il n.1 dell’Agenzia delle Entrate: «servono controlli incrociati, anche se la stragrande maggioranza dei contribuenti è onesta e paga sempre tutto, fino all’ultimo centesimo, anche se non naviga nell’oro». Secondo Ruffini, se si vuole garantire come Paese i diritti fondamentali di ordine pubblico, sanità, istruzione etc, «servono risorse ed è questo che l’Agenzia fa». Per il direttore, «l’archivio dei conti correnti è una risorsa fondamentale perché consente di intercettare, ad esempio, i soggetti con residenza fittizia all’estero ma che hanno conti correnti nel nostro paese». Le prime esplorazioni basate su dati pseudonimizzati, ovvero inizialmente anonimi e poi utilizzabili in base a informazioni aggiuntive, «riguarderanno il 2017 e consentiranno di individuare, ad esempio, i soggetti che avevano grandi movimentazioni sui propri conti correnti ma non hanno presentato la dichiarazione dei redditi», chiarisce Ruffini ricordando come per perseguire gli obiettivi del PNRR entro fine 2024 si dovranno inviare altre 3 milioni di lettere di compliance, per un incasso di 2,77 miliardi. Tale obiettivo dovrebbe essere raggiunto già a ottobre 2023, «con più di un anno di anticipo, avendo già realizzato il 99% degli incassi». L’Agenzia delle Entrate non è “amica” e si limita ad applicare la legge: «Oltre l’80% del totale dell’evasione riguarda chi non presenta la dichiarazione dei redditi o la presenta in modo infedele; meno del 20% la cosiddetta evasione da versamento, cioè di chi presenta la dichiarazione, ma poi non salda quanto deve», conclude Ruffini.