Enzo Avitabile, ospite a “Di buon mattino”, parla del rapporto con il napoletano nella musica, iniziato anche grazie all’amico Pino Daniele: “Ha cominciato Pino a fare questo percorso netto in napoletano e poi ci siamo riconnessi quando abbiamo fatto i nostri personali progetti. Questo lavoro è stato strepitoso perché non solo in Italia era complicato esprimersi in dialetto. Abbiamo avuto ragione, abbiamo piantato questo seme. Noi diciamo che il napoletano è una lingua ma io ho un mio personale pensiero: dove ci sia anche solo una comunità di 10 persone che conserva il proprio idioma, sia comunque una lingua. Perché è linguaggio della propria identità”.



Per il compositore, “La musica è un gioco. C’è chi gioca a calcio come Maradona e chi lo fa con le parole. Attraverso la musica, c’è chi aiuta a trovare il senso dell’orientamento. Ogni giorno la musica nasce, come la vita, che nasce comunque e ovunque”.

Avitabile: “Il rosario una bomba atomica”

A “Di buon mattino”, Enzo Avitabile spiega ancora il suo rapporto con le proprie origini: “A Napoli spesso la devozione è tanto forte che il miracolo non si esige, si deve fare. Sant’Alfonso è stato eccezionale, invitava tutti alle confidenze con il signore. E questa lezione di lui, che si muove in questa confidenza con colui che può, noi ce l’abbiamo. Quando cantiamo, noi non sappiamo se il nostro canto diventa preghiera. La musica è una comprensione sottile che va da cuore a cuore”.



Nella carriera di Avitabile tanti riconoscimenti, tra cui un suo brano cantato da Mina: “Mina che canta un brano e sceglie Don Salvatò, che è un canto laico, per me è stato come vincere uno scudetto”. E infine, un commento sul rapporto con la fede: “Mi sono detto da sempre che sono napoletano, ho cominciato facendomi la comunione perché mi piaceva. Poi Tina Turner mi ha avvicinato al buddismo. Poi sono tornato cristiano e dopo ancora cattolico praticante perché mi sono reso conto che avevo bisogno di guide, di vivere la palestra. Il rosario è una bomba atomica, un’arma micidiale“.