Già nel suo ultimo tweet di pochi giorni fa, Enzo Bianchi faceva trapelare tutta la sua amarezza: “Anche quando le cose che abbiamo realizzato finiranno, l’amore resterà come loro traccia indelebile”, scriveva il monaco laico, allontanato ieri dalla comunità di Bose che lui stesso fondò. Una decisione non semplice, quella presa dalla Santa Sede e cioè da Papa Francesco che ha sempre manifestato grande stima nei suoi confronti tanto da nominarlo nel 2018 uditore al Sinodo dei vescovi sui giovani. Adesso però le cose sembrano essere cambiate e insieme a Bianchi anche altri tre suoi stretti collaboratori (due uomini e una donna) sono stati chiamati ad uscire di scena. Come spiega Quotidiano.net, nonostante la grande riservatezza da parte della stessa Comunità Bose sarebbero state le troppe tensioni tra l’ex priore e il suo successore dal 2017, padre Luciano Manicardi, a portare alla dolorosa decisione della Santa Sede, arrivata dopo una visita apostolica disposta dal Papa al fine di verificare il reale livello di tensione tra la vecchia e la nuova guardia della comunità Bose. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“VOLEVO CHIESA DELLE ORIGINI”
Continua il dibattito sull’allontanamento – che in linguaggio ecclesiastico significa cacciato, mette in risalto Tg3 – di Enzo Bianchi da Bose deciso da Papa Francesco. Una decisione sofferta e clamorosa quella del presa dal pontefice, ma una cosa è certa: Bianchi non se ne andrà se prima non gli verranno contestate accuse specifiche. E sono in molti a sostenere che ci si trovi di fronte ad un provvedimento troppo pesante per semplici disordini comunitari o un clima fraterno compromesso.
Il Corriere della Sera parla «di grande amarezza» per Enzo Bianchi, mandato via dopo tutto questo tempo. E il suo pensiero è sempre stato chiaro, a partire dal non voler diventare sacerdote: «Volevo restare un semplice cristiano, laico come lo sono i monaci. Ho voluto seguire questa via controcorrente perché il monachesimo è tutto “clericalizzato” e oggi resta essenzialmente seguito da monaci-preti. Ma io volevo tornasse alle origini». (Aggiornamento di MB)
ENZO BIANCHI VIA DA BOSE, LE REAZIONI SUI SOCIAL
Tantissimi i commenti sui social in merito alla notizia dell’allontanamento dalla Comunità Bose del suo fondatore, Enzo Bianchi. La decisione giunge dall’altissimo, da Papa Francesco, e non sta a noi giudicarla. Su Twitter, invece, i giudizi si sprecano, e c’è chi si schiera apertamente dalla parte dell’ex priore, che invece la pensa diversamente. Chiara Giaccardi, professoressa di sociologia dei media, ad esempio scrive: “Grazie a #enzobianchi per come ha contribuito a rinnovare e rigenerare la Chiesa. Come per ogni padre, bisogna passare il testimone ai figli. È difficile – una perdita, una piccola morte – ma necessario. Solo il seme che muore dà frutto. È ‘solo ciò che dà frutto è vero’ (Goethe)”. E ancora: “È difficile mettere al mondo, è difficile prendersi cura di ciò che si è fatto esistere, ma ancor più difficile è lasciar andare. Senza questo passo (mai indolore) ciò che abbiamo fatto esistere muore – e noi pure. È legge di vita”. Il senatore Mauro Maria Marino (Pd), scrive invece: “Sono stato diverse volte a #Bose, luogo di fraternità, di spiritualità e di studio. Quanto sta capitando ad #EnzoBianchi e alla Comunità da lui fondata non merita pettegolezzi, ma vicinanza e affetto”. Infine il pensiero dell’utente Beta Dog, protestante e teologo: “Nella nostra chiesa quando arriva un nuovo pastore è bene che il precedente cambi aria – cinguetta – non credo che ci siano complotti vaticani a Bose, credo che #enzobianchi avrebbe dovuto andarsene prima”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ENZO BIANCHI ALLONTANATO DA BOSE DAL PAPA: ROTTURA COL NUOVO PRIORE
L’allontanamento di Enzo Bianchi dalla comunità di Bose, deciso personalmente da Papa Francesco – il decreto infatti è stato approvato “in forma specifica” dal Papa – ha attirato l’attenzione di tutti i giornali oggi. Enzo Bianchi già da tre anni non è più il priore di Bose, come potete leggere più dettagliatamente nei paragrafi sottostanti, e sembra che con il nuovo priore fratel Luciano Manicardi vi siano state frizioni, che hanno portato alla “visita apostolica” imposta dal Vaticano nei mesi scorsi. Il Corriere della Sera scrive che “la situazione era giunta al limite della rottura” a causa di forti tensioni fra Enzo Bianchi e il nuovo governo della comunità di Bose.
Ieri sera la comunità ha diffuso un comunicato con nomi e cognomi (Enzo Bianchi, Goffredo Boselli, Lino Breda e Antonella Casiraghi) perché “l’annunciato rifiuto dei provvedimenti da parte di alcuni destinatari ha determinato una situazione di confusione e disagio ulteriori”. Enzo Bianchi infatti dovrà trasferirsi altrove assieme ai due confratelli e una consorella ed evidentemente non tutti vogliono lasciare Bose, dove regnava ormai un’atmosfera caratterizzata da “gravi disagi e incomprensioni” che “potrebbero indebolire o addirittura annullare” il ruolo della comunità stessa. Per il fondatore Enzo Bianchi però essere mandato via è fonte di “grande amarezza” (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
ENZO BIANCHI ALLONTANATO DA BOSE DA PAPA FRANCESCO
E’ arrivata la notizia ufficiale dell’allontanamento di Enzo Bianchi dal monastero di Bose. L’ormai ex Priore della comunità, 77 anni, era stato il fondatore di Bose a metà degli anni 60 anche se l’aveva lasciata come reggente già tre anni fa, con fratel Luciano Manicardi che gli era succeduto come nuovo Priore. Ed è polemica sulle possibili motivazioni che hanno portato all’allontanamento di Bianchi che sembra sia stato deciso direttamente da Papa Francesco: la questione si era aperta ufficialmente 6 mesi fa quando la Santa Sede aveva mandato a Bose una visita apostolica, cioè degli ispettori, “nel momento di un passaggio che non può non essere delicato e per certi aspetti problematico per quanto riguarda l’esercizio dell’autorità, la gestione del governo e il clima fraterno“. Dunque la decisione è arrivato probabilmente per agevolare il lavoro del nuovo Priore senza che possano innescarsi conflitti con la figura di Bianchi che è stata per decenni quella di riferimento a Bose.
ENZO BIANCHI, PASSAGGIO DI CONSEGNE A BOSE
Secondo i bene informati per la Santa Sede non si è trattato di una decisione facile da prendere, considerando che Papa Francesco ha sempre manifestato grande stima per Bianchi: la decisione è stata presa e ora l’ex Priore dovrà trasferirsi altrove assieme a due confratelli e una consorella, lasciando Bose. La comunità è stata costituita alla fine del 1965, una volta concluso il Concilio Vaticano II, quando Enzo Bianchi decise di andare ad abitare a Bose, una frazione abbandonata del comune di Magnano, presso Serra di Ivrea. Il progetto era quello di avviare una comunità monastica che avesse come principi ispiratori quelli delle comunità dei primi secoli, che fosse aperta aperta a tutte le confessioni cristiane e quindi anche alle donne. Nel monastero di Bose vivono ad oggi circa novanta membri, tra fratelli e sorelle, di sei nazionalità differenti, quasi tutti laici. Enzo Bianchi stesso non ha mai preso i voti, come San Benedetto e San Francesco d’Assisi, ed aveva sempre affermato sulla sua decisione di non diventare sacerdote: “Volevo restare un semplice cristiano, laico come lo sono i monaci“.