LA “RIPARTENZA” DI PADRE ENZO BIANCHI DOPO L’ALLONTANAMENTO DALLA COMUNITÀ DI BOSE

Il prossimo luglio, dopo un delicato intervento al cuore e la bellezza di 60 anni dopo la fondazione della Comunità Ecumenica di Bose, Enzo Bianchi inaugurerà la “Casa della Madia”, un centro di spiritualità e ospitalità creato in un cascinale ristrutturato di Albiano in provincia di Torino. Ripudiato e allontanato dalla “sua” Bose, dopo le ben note vicissitudini anche in seno al Vaticano, “padre” Enzo Bianchi prova la sua “ripartenza”.



A “Il Fatto Quotidiano” è lo stesso laico 80enne a raccontare i dettagli di questo nuovo particolare progetto “spirituale”: «finisce l’isolamento. Vogliamo riprendere in mano la nostra vita e avere un luogo d’incontro per tutti quelli che cercano cammini di umanizzazione. Casa della Madia sarà un luogo di incontro e incrocio nella speranza di un domani migliore e una terra più abitabile come lo era anche Bose». Quello però che la Casa della Madia non sarà, garantisce Enzo Bianchi, è un’altra comunità monastica “sorella” di Bose: «un figlio una volta fatto è unico. Non ci deve essere alcuna concorrenza tra noi e loro, ciò che ho creato prima anche se mi ha rigettato e rifiutato. Non ho alcun rancore».



ENZO BIANCHI LODA PAPA FRANCESCO: “ZUPPI MOSSA GIUSTA PER MISSIONE DI PACE IN UCRAINA”

Padre Bianchi si dice convinto che le strade di Bose e di Madia saranno nettamente diverse, anche se non esclude che vi siano «possibilità di collaborazione». Nella “nuova” comunità creata da Enzo Bianchi sono al momento quasi tutti sopra i 60 anni, «un gruppo di anziani che non hanno quasi nulla». Sempre al Fatto racconta così della raccolta fondi lanciata per finanziare i primi mesi di comunità ad Albiano: «la ristrutturazione ha avuto un prezzo per questo abbiamo osato chiedere agli amici di aiutarci a portare a termine questi lavori».



La vita nella Casa della Madia sarà di «lavoro, accoglienza, incontro e servizio per i più poveri e tutti quanti hanno bisogno in quella zona»; non si tratta specificatamente di un mero “luogo di preghiera”, bensì luogo di «vita semplice. Non vogliamo fare nulla di maestoso». In merito alla situazione attuale della Chiesa, dopo le critiche lanciate negli scorsi anni in piena “guerra” sul fronte Bose, Enzo Bianchi loda Papa Francesco per aver scelto un uomo come il cardinale Matteo Zuppi – Presidente CEI – per impostare la missione di pace del Vaticano verso una difficile tregua in Ucraina. «Don Zuppi è un uomo di pace e capace di riconciliazione», spiega il saggista e fondatore di Bose, «l’intesa tra Russia e Ucraina è una pace mondiale perché sappiamo bene che la contesa è tra la Nato e la Russia, tra l’Occidente e l’Oriente». Quello fatto dal Papa, ravvisa ancora Enzo Bianchi, «è un tentativo intelligente che ha fatto dopo aver mosso la diplomazia Vaticana». Bianchi in conclusione non lesina comunque critiche ad una parte della Chiesa che fin dall’inizio della guerra in Ucraina ha mosso passi più “politici” che spirituali: «la Chiesa Cattolica ha avuto timidezza, si è mostrata più attenta alla strategia politica che non ai rapporti tra le Chiese. Questo non ha giocato all’ecumenismo che fa sentire il Vaticano una delle potenze politiche e non una sorella che poteva fare un lavoro di unità che non c’è stato».