Enzo Decaro, 63enne attore di Portici, è stato ospite quest’oggi degli studi di Oggi è un altro giorno. Il noto interprete e cabarettista ha iniziato raccontando della sua amicizia con Mina e Pino Daniele: “Erano ossessionati dalla musica, Pino Daniele era come se fosse l’estensione della sua chitarra, non viceversa, lui è stato uno spartiacque di pensiero soprattutto nella musica napoletana. Noi siamo stati una generazione che voleva cambiare qualcosa – ha proseguito – ci siamo riusciti? ‘Ni’, è stato importante che siano stati dati segnali importanti, ma il musicista Pino Daniele, immenso, ha messo un po’ in ombra la sua capacità poetica”.
Sulla grande amicizia con Massimo Troisi, con cui aveva creato il gruppo ‘La smorfia’: “Siamo stati dei napoletani atipici, un aneddoto su di lui? Ci vorrebbe una serie. Mi piace dire che più passa il tempo e più la sua luce splende, il suo pensiero sopravvivrà. Il pensiero suo che ci portiamo è essere ad ogni costo profondamente fedeli a se stessi. Non saprei immaginare una battuta, un’azione, un qualcosa compiuto non nell’essere fedele a se stesso, e poi ovviamente c’era la sua genialità, il suo dono di natura”.
ENZO DECARO: “LE GENERAZIONI DI ADESSO NON COMUNICANO”
Sulla morte di Massimo Troisi e la percezione della morte, Enzo Decaro aggiunge: “Oggi c’è qualcosa che sopravvive alla morte, io continuo a frequentarmi con Massimo, anche sul lavoro. Il problema è però che noi non abbiamo una cultura della morte, siamo impreparati, come se riguarda qualcun’altro, purtroppo ci riguarda tutti. Siamo completamente impreparati e studiarla potrebbe aiutarci a vivere meglio. Io ci provo a sfruttare al meglio questa vita, se ci fosse una cultura della morte non si farebbero alcune porcate, istituzionali, ruberie…”. E ancora: “La mancanza di comunicazioni di generazioni la trovo un grande peccato, non comunicano più”. Sui genitori: “Contenti quando mi sono dato allo spettacolo? E’ stato abbastanza indolore fino a che non sono apparso in tv ed hanno capito che fosse una cosa seria”.