Enzo Decaro è intervenuto ai microfoni della trasmissione di Rai Uno “A Sua Immagine”, condotta da Lorena Bianchetti. L’attore, storico componente del trio “La Smorfia” con Lello Arena e Massimo Troisi, ha ricordato proprio la figura di quest’ultimo, non senza un velo di profonda e intensa commozione: “Nonostante siano passati tutti questi anni, non ho tutto quel distacco emotivo… Mi costa sempre un po’ di fatica parlarne, ma mi fa anche molto piacere potere ricordare questo top player, questo numero uno, questa sua genialità messa al servizio degli altri. Massimo era un mito mite, non ha mai urlato per affermare le proprie idee, ma non ha mai fatto un passo indietro quando credeva di fare la cosa giusta. Era un grande poeta del Novecento italiano e spero che questa sua valenza venga riconosciuta. Ogni idea, anche cinematografica, che aveva lui, alla base aveva la poesia”.
A proposito dell’amicizia con Massimo Troisi, Decaro ha ricordato che “da soli si va più veloce, ma insieme si va più lontano” ed è anche questo suo rapporto quasi fraterno con Troisi che gli ha consentito di raggiungere il successo, tema da cui tuttavia mantiene un significativo distacco, poiché “la parola successo è participio passato, indica qualcosa che è già accaduto. Non si può cercare nel futuro, bisogna sempre rivolgersi alla prossima meta”.
ENZO DECARO: “MADRE TERESA FU SPIAZZANTE”
Sulla sua professione, Enzo Decaro ha affermato che “consente di misurarsi, attraverso il confronto, con ogni personaggio che si interpreta. Capita, soprattutto se il personaggio dura per parecchio tempo, di comportarsi come lui anche nella vita reale. Io ho sognato da commissario per un certo periodo. Non so se ci siano tante vite da poter vivere, ma sono stato ginecologo, marito, avvocato, killer…”.
Infine, una confessione su Madre Teresa di Calcutta, che per lui “è stata una figura spiazzante. Mi trovavo in India per ragioni cinematografiche e andai a trovarla. Lavorai con lei e per lei: era un meraviglioso sergente albanese-macedone, faceva rigare dritto tutti per arrivare al suo scopo rivoluzionario, che era quello di offrire anche per una sola notte la dignità di un letto a chi non ne aveva mai visto uno in tutta la propria vita”.