L’INCONTRO-EVENTO A ‘CASA JANNACCI’: “ENZO JANNACCI E FABRIZIO DE ANDRÉ, LE STESSE PERIFERIE ESISTENZIALI”
Sabato 15 ottobre 2022 presso “Casa Jannacci” in viale Ortles a Milano si terrà l’incontro-evento dedicato a due dei cantautori che hanno fatto la storia della musica e della cultura nazionale: “Enzo Jannacci e Fabrizio De André: le stesse periferie esistenziali”, l’evento dove canzoni e riflessioni dei due autori aiutano ad entrare nel profondo delle periferie esistenziali raccontate da questi grandi artisti. Organizzato da “Amici della Mente OdV” e con il patrocinio della Fondazione Fabrizio De André, l’evento di Milano rappresenta un unicum per l’incontro-confronto di due grandi protagonisti del panorama culturale italiano che seppero forse più di altri interpretare e raccontare da vicino le sofferenze “degli ultimi”, quelle “periferie esistenziali” alle quali si rivolge il Pontificato di Papa Francesco.
Come spiegate dagli stessi organizzatori, l’idea è quella di proporre alcuni brani di Jannacci e De André che presentano il medesimo tema, la medesima denuncia, lo stesso sguardo e prospettiva. Seppur quasi mai collaboranti assieme – tranne per il capolavoro “Via del Campo” dove la musica di “Enzino” ha trovato pieno compimento con le parole di “Faber” – i due “giganti” della musica italiana più volte si sono cimentati nel racconto per gli emarginati, con toni e immagini tutt’altro che banali ma nati da una vicinanza di cuore e anima a quelle condizioni. L’appuntamento, lo ribadiamo, è per sabato 15 ottobre 2022 dalle ore 16 alle ore 18 presso “Casa Jannacci” in viale Ortles, 69 a Milano. Sarà presente Paolo Vites, giornalista e autore di “Enzo Jannacci. Canzoni che feriscono”.
I 4 “LEGAMI” TRA LE CANZONI DI JANNACCI E DE ANDRÉ
I racconti della Milano di periferia del Novecento da un lato, la narrazione drammatica degli emarginati da Genova alla Sardegna fino all’epoca delle contestazioni dall’altra: Jannacci e De André hanno saputo raccontare uno spaccato di vita del popolo italiano perché prima di tutto non si sono eretti a “giudici” della realtà circostante. Hanno lasciato un giudizio senza giudicare, hanno saputo amare nella loro “fotografia” della realtà sofferente circostante, con il non piccolo dettaglio di aver svolto tutto questo con una genialità musicale e di tesi da vera avanguardia culturale. L’incontro di sabato a Milano “Enzo Jannacci e Fabrizio De André: le stesse periferie esistenziali” proverà a raccontare più da vicino l’emarginazione sociale e il riscatto, il dramma e la speranza che sgorga dai testi di Enzino e Faber.
In particolare, sottolinea l’organizzazione di volontariato “Amici della Mente OdV” si segnalano cinque “collegamenti” speciali tra le canzoni di Jannacci e quelle di De André che potrebbero essere presentati con canto e esecuzione dal vivo:
1- “Ohè sunt chì” e “Un matto (Dietro ogni scemo c’è un villaggio)”: dall’emigrato straniero a Milano che cerca di parlare milanese per farsi accettare al “matto” di Faber che per non essere discriminato tenta di “imparare la Treccani a memoria”, a discapito però della sua identità originaria.
2- “Gli zingari” e “Khorakhane”: la riflessione sull’emarginazione sociale, culturale delle popolazioni nomadi, fino al dramma della Guerra in Jugoslavia
3- “Prendeva il treno” e “La ballata dell’amore cieco (o della vanità)”: dall’operaio innamorato e rifiutato perché “misero” di Jannacci alla incredibile tragedia d’amore della ballata dove la “bella” ritiene che l’amore debba essere “guadagnato” con un sacrificio.
4- “M’hann ciamaa” e “Hotel Supramonte”: qui il collegamento, spiegano da “Amici della Mente”, riguarda la negazione della realtà troppo drammatica e sofferente per i protagonisti, in particolare con “Supramonte” De André è riuscito a raccontare il dolore del rapimento subito in Sardegna
5- “El purtava i scarp de tennis” e “Il fannullone”