Enzo Paolo Turchi si lamenta di prendere una pensione da “fame”. Il coreografo sposato con Carmen Russo è nato in quel di Napoli nel 1949 quindi il 19 luglio, spegnerà le sue 70 candeline. Dopo il diploma alla Scuola del Teatro San Carlo in danza classica, inizia a girare l’Italia in lungo e in largo, esibendosi in spettacoli teatrali. Nel 1971 è tra i fondatori della prima Scuola Italiana di danza moderna e poi, arriva il grande successo al fianco di Raffaella Carrà, con il mitico “Tuca Tuca”. Nel 2005 e nel 2012 ha preso parte all’Isola dei Famosi come naufrago mentre attualmente è il proprietario di ben due scuole di danza: una a Napoli e una a Palermo. Ospitato nel programma “Dritto e rovescio”, dedicato quasi esclusivamente ai temi di attualità e politica, in onda su Rete4 l’ex ballerino ha parlato della sua pensione mensile che, evidentemente, non lo soddisfa appieno. Dopo una vita di successi e soddisfazioni televisive e non, l’uomo si aspetterebbe di prendere qualcosa di più, anche in proporzione al suo curriculum.
Enzo Paolo Turchi: “Pensione da fame”
“Un ballerino che gli ultimi anni non è in piena forma lavora meno, insegna e fa altro, anche quando si lavorava si faceva un programma di due mesi poi ci si fermava”. Queste le sue parole di Enzo Paolo Turchi ospite di Paolo del Debbio. Turchi, settantenne, si sente però quasi privilegiato e racconta che i colleghi prendono tutti la stessa cifra di pensione. “Bisognava farsi una pensione da soli”, conclude dopo avere rivelato di prendere 720 euro. Non è la prima volta che il marito di Carmen Russo parla della sua pensione ed infatti, proprio nel 2018 rivelava al settimanale Spy, proprio la stessa cosa, confidando però di percepire un assegno mensile di 740 euro (gliel’hanno pure abbassata di 20 euro?). “Ci sono rimasto molto male: non per una questione di soldi – non sono in miseria – bensì per etica professionale”. “Non si può trattare così un artista, famoso o non famoso che sia, dandogli un’elemosina”, si lamenta Turchi, “tutti i miei contributi sono spariti, la ritengo un’offesa”.