E’ stata accolta la richiesta della causa di beatificazione di Enzo Piccinini, medico chirurgo emiliano, scomparso in un incidente stradale il 26 maggio del 1999, esattamente venti anni fa. E’ stato annunciato nel corso della messa in suo ricordo nel duomo di Modena da monsignor Erio Castellucci e da Massimo Vincenzi, presidente della Fondazione Piccinini. Presente anche monsignor Camisasca vescovo di Reggio Emilia-Guastalla che ha ricordato come “a me la vita di Enzo sembrava una vita impossibile, come due, tre, quattro vite messe assieme, con un’intensità bruciante, che quasi mi spaventava, un uomo “preso”, raggiunto dall’alto, da Dio. Per chi lo accostava era evidente che era un uomo abitato da qualcosa o da qualcuno che era lui e non era lui”. Il saluto finale è stato pronunciato da don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione di cui Piccinini faceva parte: “La vita di Enzo Piccinini è uno dei frutti più belli dell’albero generato dalla fede di don Giussani dentro la vita della Chiesa. Per questo, a nome di Comunione e Liberazione, le dico grazie per avere accolto l’istanza di apertura della sua causa di canonizzazione. È stata questa sua preferenza unica – come il sì di san Pietro a Gesù – il segreto di una fecondità di vita, tutta poggiata sulla certezza che Cristo regge l’urto del tempo sfidando perfino la morte”.



LA VITA E’ UNA AVVENTURA

Di Enzo Piccinini, che una volta disse che la cosa che segnava la sua vita era la gratitudine, annunciando in modo profetico che non aveva paura di darla tutta come ha fatto, piace ricordare questa bellissima frase: “Due cose nella mia vita sono importanti. La prima è questa: che proprio per quel che vi ho detto, il gusto della vita non è negato a chi sbaglia, ma a chi non ha un senso dell’infinito, del destino, dell’ideale, del Mistero presente, perché allora il problema non è sbagliare o non sbagliare. Il gusto della vita non è negato a chi sbaglia: è negato a chi non ha un nesso con il Destino che fa le cose, con il Mistero presente. Per cui tutto è un’ipotesi positiva, il tempo che per tutti è sinonimo di decadenza, lavora in positivo. Se guardo la mia vita, che razza di roba è successa! Dico sempre: se è successo così fino adesso, immaginiamoci cosa succederà nel futuro! Ne vedremo delle belle. È interessante, no? È un’avventura”.

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