Ci stanno sempre più convincendo dell’importanza alla transizione green, puntando ad un sempre maggiore ricorso all’energia rinnovabile. Eolico e fotovoltaico sono le fonti maggiormente ‘quotate’ per poter arrivare all’obiettivo di raggiungere le zero emissioni di carbonio entro il 2050. E così la nostra società sta iniziando, sia per motivi economici che etici, a prestare maggiore attenzione all’impatto che le sue azioni hanno sull’ambiente circostante. Ma cosa c’è di vero? Quanto veramente sono green gli impianti eolici e fotovoltaici? L’architetto Luigi Fressoia, facente parte del direttivo dell’associazione Italia Nostra, intervistato a La Verità, ha esposto il suo punto di vista al riguardo, mettendo in evidenza criticità passate in sordina finora.



Fressoia ha voluto porre l’accento soprattutto sulla modifica all’art 9 della Costituzione, messa in atto a marzo 2022 ad opera del governo giallorosso, con cui è stato aggiunto l’ambiente alla tutela di rango costituzionale, mentre fino a quel momento il disposto faceva riferimento solo al paesaggio. Questo cambiamento ha destato preoccupazione e al contempo polemica da parte di Italia Nostra, discostandosi dall’entusiasmo proferito invece dalle varie associazioni ambientaliste.



GLI SVANTAGGI DELLE FONTI AD ENERGIA RINNOVABILE

L’architetto di Italia Nostra ha spiegato gli svantaggi delle fonti ad energia rinnovabile che non vengono mai messi in evidenza da parte della ‘green economy business’. Innanzitutto, con riferimento in particolare all’eolico e al fotovoltaico, si tratterebbe di fonti a resa energetica molto più bassa rispetto alle fonti tradizionali, oltre ad essere intermittenti e inaffidabili. “Senza un fortissimo sussidio di denaro pubblico, non avrebbero spazio” ha affermato Fressoia a La Verità, aggiungendo anche: “e più si installano quelle rinnovabili e più ci si impoverisce, peraltro arricchendo potenze monopolistiche extraeuropee.



Ma gli aspetti negativi non si fermerebbero qui. Infatti lo stesso architetto ha anche fatto notare come eolico e fotovoltaico abbiano anche un pesante impatto sul paesaggio, sulle viste tradizionali anche di grande fama e pregio, su crinali, colline, centri storici e borghi, coste. Senza contare che studiosi e scienziati avvertono che la filiera delle rinnovabili è illusoriamente green.La CO2 non merita alcuna demonizzazione, da un lato, e dall’altro lato la produzione naturale di CO2 (da vulcani, evaporazioni, fotosintesi, etc.) ridicolizza, in quantità, quella prodotta dalle attività umane. Il rischio è di fare un grandissimo sforzo per quasi nulla.”

GLI EFFETTI DELLA MODIFICA DELL’ART 9 IN COSTITUZIONE

La modifica dell’art 9 della Costituzione assume un’importanza rilevante in tutto questo scenario. Equiparando infatti paesaggio ad ambiente viene legittimata la continua diffusione di impianti ad energia rinnovabile senza che, nemmeno da un punto di vista giuridico, si possa obiettare nulla. In pratica è stata data piena legittimazione al proliferare di eolico e fotovoltaico a prescindere dagli svantaggi che questi portano con sé e a costo di sacrificare il paesaggio stesso. Prima della modifica costituzionale invece il paesaggio, senza ombra di dubbio violato da quegli impianti, godeva di tutela superiore, di rango costituzionale appunto, con l’articolo 9 nella versione originaria.

Per tutte queste ragioni Italia Nostra si è più volte rivolta all’attuale governo chiedendo il ripristino del ‘vecchio’ articolo 9, per poter tornare a ridare al paesaggio la meritata superiore tutela.