L’allarme epatite acuta continua a interessare tutto il pianeta e l’origine di questa problematica sanitaria che sta colpendo prevalentemente i bambini è ancora del tutto sconosciuta. Nelle scorse ore abbiamo letto il comunicato stampa dell’Oms, che ipotizzava un adenovirus sin qui ignoto alla base dei casi di epatite, ma certezze in tal senso ancora non se ne hanno, mentre i numeri, quelli sì, non mentono: sono 169 i giovani pazienti colpiti sino a questo momento, di cui 4 in Italia e ci sarebbe stato almeno un decesso.
Inoltre, i casi accertati hanno un’età compresa tra un mese e i 16 anni e per 17 di loro (ovvero il 10% del totale) c’è stato il bisogno di ricorrere a un trapianto di fegato. “Si tratta di una malattia ad esordio acuto. Il tempo di incubazione è breve, i segnali appaiono in circa 48 ore”, ha spiegato a “Il Messaggero” Giuseppe Maggiore, direttore di Epatogastroenterologia e trapianti di fegato dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. Tra i sintomi più comuni, vomito e diarrea. Per di più, nella maggior parte dei casi segnalati finora vi è assenza di febbre.
EPATITE ACUTA NEI BAMBINI, COME CURARLA? “CAMPIONI DI BIOPSIA EPATICA”
Il segno inequivocabile dell’epatite acuta nei bambini (ma non solo, ovviamente) è l’ittero, cioè la colorazione giallastra della cute, ma per una diagnosi corretta e tempestiva l’Oms raccomanda di eseguire test su sangue, siero, urina, feci e campioni respiratori, nonché campioni di biopsia epatica, con un’ulteriore caratterizzazione del virus che includa sequenziamento, mentre altre cause infettive e non infettive devono essere studiate a fondo.
Il dottor Maggiore, su “Il Messaggero”, ha infine aggiunto che i bambini colpiti da epatite acuta devono essere sorvegliati dai medici: “La base della presa in carico è la terapia di supporto, che riceveranno in un centro specialistico. Occorre poi controllare giornalmente i parametri di funzione, valutare se hanno dei problemi riduzione del fattore di coagulazione. La cura per l’epatite non è specifica e in genere il fegato che viene danneggiato ha la grossa capacità di rigenerarsi”.