Continuano a crescere i casi di epatiti nei bambini. La malattia ha ancora origine sconosciuta, ma è in rapido aumento il numero di soggetti colpiti. Come riportato dai colleghi del Corriere della Sera, negli Stati Uniti stanno indagando su 180 casi, in rialzo rispetto a due settimane fa. Negli States sono già stati annotati sei decessi. Una patologia riscontrata anche in altri Paesi – 125 casi in 14 Stati europei secondo il Centro europeo per la Prevenzione e il controllo delle malattie – e l’Italia ha fin qui registrato 35 eventi.



Sono in corso gli approfondimenti per scoprire la causa di queste epatiti nei bambini e gli esperti stanno valutando una serie di ipotesi. In particolare, si indaga sull’adenovirus e sulla possibile combinazione di fattori in gioco, come l’effetto di un altro virus o di una tossina. Nel dettaglio, si proverà anche a capire se i bambini sono più suscettibili a causa della mancanza di esposizione ai virus comuni durante la pandemia.



Epatiti bambini, si indaga su doppia azione adenovirus-Covid

L’ipotesi prevalente sulle epatiti nei bambini è legata alla combinazione adenovirus e Covid. Su questa strada sta procedendo l’Organizzazione mondiale della Sanità. Secondo questa teoria, evidenzia il Corriere, alcuni bimbi non eliminerebbero completamente il Sars-CoV-2 dopo un’infezione lieve e il virus resterebbe nel loro tratto gastrointestinale. In questo modo, il sistema immunitario rimarrebbe estremamente attivo, con i componenti in “overdrive” al punto da danneggiare il fegato. Questo processo prende il nome di “attivazione immunitaria mediata da superantigene”: la seconda infezione innescherebbe una cascata di effetti che si traduce in epatiti nei bambini. Il professore di immunologia pediatrica Petter Brodin ha rimarcato: «Se un bambino ha un tale serbatoio virale che persiste per un po’ e poi ha un’infezione virale intestinale, allora si può immaginare che questo potrebbe potenziare questo effetto superantigene».

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