L’epidemia di bronchiolite, che colpisce principalmente i neonati, ha raggiunto il massimo livello di ricoveri ospedalieri da più di dieci anni a questa parte, come annunciato questa settimana da Santé Publique France. La malattia, in particolare, è stata la causa della metà delle visite al pronto soccorso da parte di bambini di età inferiore ai 2 anni nella prima settimana di novembre e un terzo dei giovani pazienti che sono stati visitati per questo motivo è stato ricoverato in ospedale.
Isabelle Claudet, responsabile dell’unità pediatrica e delle emergenze pediatriche presso l’ospedale universitario di Tolosa, ha dichiarato sulle colonne del quotidiano transalpino “Le Figaro” che “quest’anno la bronchiolite è stata più grave fin dall’inizio. Abbiamo attualmente tanti bambini in rianimazione rispetto al picco ordinario della epidemia, anche se questo picco non è previsto in Francia fino a inizio dicembre”. Forse questo aspetto, segnala SPF, è dovuto alla circolazione concomitante e insolita di diversi virus che causano la bronchiolite, fra cui il virus respiratorio sinciziale (RSV), che si sovrappone ai rinovirus (classici in questa stagione) e ai metapneumovirus, tutti in grado di provocare gli stessi sintomi: infiammazione delle pareti dei bronchioli, con conseguente tosse e respirazione rapida e affannosa.
BRONCHIOLITE, EPIDEMIA IN FRANCIA: “RSV PRINCIPALE RESPONSABILE”
Un’altra ipotesi avanzata in merito all’epidemia di bronchiolite, scrive “Le Figaro”, è quella del “debito immunitario”, concetto ideato dagli scienziati durante la pandemia di Covid per spiegare la virulenza di alcune epidemie stagionali. La bassa circolazione dei virus grazie alle misure di protezione (lockdown, mascherine, ventilazione dei locali) avrebbe ridotto la protezione collettiva che l’esposizione regolare a questi germi ci offre. Ma “stiamo osservando un fenomeno di sostituzione dei rinovirus, responsabili dei primi casi di bronchiolite, da parte dell’RSV, che sta progredendo”, ha osservato Bruno Lina, direttore del centro di riferimento per i virus dell’influenza della regione meridionale.
Il virologo ha aggiunto altresì che “la pressione sugli ospedali non è destinata a diminuire nell’immediato futuro. Tuttavia, è difficile fare previsioni: la comparsa di SARS-CoV-2 ha sconvolto le dinamiche note degli altri virus respiratori. Prima della pandemia di Covid-19 , le epidemie di bronchiolite erano molto regolari, con un picco intorno alla cinquantesima settimana dell’anno”. Adesso, invece, è arduo prevedere l’evolversi dell’epidemia e il volume di visite al pronto soccorso, così come il personale sanitario necessario.