Giungono novità promettenti da uno studio sulla terapia a base di cellule staminali contro l’epilessia. Come spiegato stamane dal tabloid inglese Guardian, le convulsioni di due pazienti affetti appunto da crisi epilettiche, sarebbero diminuite notevolmente grazie all’iniezione di neuroni inibitori nel cervello. La diminuzione è stata quasi totale ad un anno dal trattamento, e la terapia prevede una singola iniezione cerebrale di neuroni, progettati per smorzare l’attività elettrica che si crea nel cervello e che in seguito dà vita alle convulsioni.



Ovviamente non è ancora il tempo di fare grandi annunci, ma in ogni caso i primi risultati dello studio sono considerati estremamente incoraggianti e sono stati mostrati per la prima volta al meeting annuale dell’International Society for Stem Cell Research a Boston che si è tenuto la scorsa settimana. “Sebbene la nostra indagine clinica sia in corso su altri pazienti, è gratificante vedere che i primi due pazienti abbiano ottenuto sollievo dalle crisi senza ulteriore deterioramento cognitivo”, ha affermato Cory Nicholas, CEO di Neurona Therapeutics, l’azienda biotecnologica con sede a San Francisco che ha sviluppato la terapia. “Siamo fiduciosi che questi miglioramenti continuino nel processo in corso”.



EPILESSIA, NUOVA TERAPIA A BASE DI CELLULE STAMINALI: “POTENZIALE SIGNIFICATIVO”

Nello studio americano entrambi i pazienti manifestavano gravi sintomi di epilessia e i precedenti trattamenti farmacologici non avevano funzionato. Il primo paziente è stato curato presso la SUNY Upstate Medical University, e soffriva da ben sette anni di epilessia, con una media negli ultimi sei mesi di più di una crisi epilettica al giorno. Il secondo paziente, invece, è stato curato presso l’Oregon Health & Science University, con una storia di nove anni di convulsioni e una media di 14 eventi al mese negli ultimi sei mesi.



“Entrambi i pazienti sono entrati nella sperimentazione clinica con una significativa attività convulsiva, disturbi cognitivi e qualità della vita non ottimale”, ha detto ancora Nicholas. Il prof. Peter Oliver, biologo capo presso il laboratorio Nucleic Acids Therapy Accelerator del Medical Research Council di Oxford, non coinvolto nella ricerca, ha dichiarato: “Questo tipo di terapia cellulare ha un potenziale significativo come alternativa agli interventi chirurgici E per quelli che non rispondono ai farmaci”.