Procedono senza sosta le cause legali contro Jeffrey Epstein, imprenditore e noto trafficante di esseri umani, accusato anche di aver abusato di numerose minorenni. Al centro della intricata vicenda che lo vede accusato su più fronti dal 2006, anno in cui venne arrestato, c’è anche la famosa banca internazionale JP Morgan Chase, che il mese scorso ha deciso di patteggiare un risarcimento da 290 milioni di dollari a favore delle vittime, raccolte in una class action contro la banca.
Per lungo tempo, infatti, la JP Morgan è stata accusata di essere “responsabile finanziariamente” per gli abusi di Jeffrey Epstein, avendogli concesso diversi prestiti nonostante fosse (secondo l’accusa) a conoscenza dei crimini dell’imprenditore, morto suicida nel 2019. Dal conto loro, i vertici della banca hanno sempre rigettato qualsiasi accusa e responsabilità, sostenendo di non essere a conoscenza dei reati ed accusando, a loro volta, Jes Staley, il banchiere “di fiducia” del magnate. Chiuso quel contenzioso, però, se n’è subito aperto un altro, per conto delle Isole Vergini americane, tra le quali Jeffrey Epstein ne possedeva una privata, che accusano la JP Morgan di aver favorito, scientemente, il traffico sessuale dell’imprenditore.
Jeffrey Epstein e il rapporto privilegiato con JP Morgan
Insomma, secondo le Isole Vergini americane la banca JP Morgan era a conoscenza dei reati che Jeffrey Epstein stava commettendo, ma non avrebbe fatto nulla per slegarsi finanziariamente dall’imprenditore. Le Isole hanno presentato una denuncia contro la banca, i cui contenuti sono stati resi noti dal quotidiano Financial Times, elencando dettagliatamente il rapporto tra l’istituto e il magnate, e chiedendo un risarcimento di almeno 190 milioni di dollari.
Secondo le Isole, la JP Morgan avrebbe avuto con Epstein un rapporto privilegiato fino al 2013 che comprendeva la fornitura di alcuni servizi ad aziende ed amici dell’imprenditore, ma anche la possibilità di far affluire ingenti somme ai conti correnti delle vittime. Inoltre, le Isole hanno scoperto che nel 2004 il magnate chiese alla JP Morgan di concedere l’apertura di un conto corrente, con carta di credito, a favore di un’adolescente che, raccontava, era arrivata negli USA dalla Slovacchia per fare la modella. Le uniche documentazioni fornite da Epstein furono il nome della ragazza e la dichiarazione di un patrimonio da 100mila dollari, guadagnato nei suoi incarichi da modella. Non solo, perché dopo l’apertura del conto, l’imprenditore versò, nei tre anni successivi, circa 200mila dollari sul conto della ragazza.