Jeffrey Epstein avrebbe minacciato Bill Gates e cercato di ricattarlo per la sua relazione extraconiugale con una giocatrice di bridge russa, secondo un nuovo rapporto pubblicato dal Wall Street Journal. Una volta scoperta la relazione del co-fondatore di Microsoft con la giocatrice Mila Antonova, l’imprenditore morto nel 2019 avrebbe minacciato Gates. La minaccia sarebbe arrivata sotto forma di un’e-mail che avrebbe inviato nel 2017, dopo non essere stato in grado di convincere Gates a unirsi a un fondo di beneficenza multimiliardario che ha tentato di creare.



Gates avrebbe incontrato Antonova intorno al 2010, quando questa aveva circa 20 anni e i due avrebbero iniziato a giocare insieme. In un video di YouTube del 2010, Antonova raccontava di aver giocato con Gates, spiegando: “Non l’ho battuto ma ho provato a prenderlo a calci con la gamba”. Secondo i Wall Street Journal, Antonova voleva avviare un’attività di tutorial sul bridge online e stava tentando di assicurarsi fondi. Attraverso uno dei consiglieri fidati di Gates, Boris Nikolic, avrebbe conosciuto Epstein per parlare di un presunto finanziamento alla sua iniziativa.



Le minacce di Epstein

Antonova e Nikolic avrebbero incontrato Epstein nella sua casa di città nel novembre 2013 a New York City. Qui la giocatrice avrebbe presentato le sue proposte di raccolta fondi, chiedendo mezzo milione di dollari. L’imprenditore però avrebbe deciso di non investire all’iniziativa. La giocatrice russa avrebbe però continuato a soggiornare in un appartamento in città fornito da Epstein. “Non ho interagito con lui o con nessun altro mentre ero lì”, ha spiegato la giocatrice.

Nello stesso periodo, Epstein stava cercando di creare il proprio fondo. Secondo i documenti esaminati dal Journal, Epstein stava tentando di istituire il suo fondo di beneficenza con JP Morgan, però questo sarebbe stato subordinato all’ottenimento del sostegno di Gates. Nelle e-mail inviate ai dirigenti di JP Morgan, Epstein si presentava come uno stretto consigliere di Gates nonostante nonostante non avesse il suo sostegno. Da lì, la decisione di ricattarlo.