La Camera dei Deputati ha approvato la legge sull’equo compenso per i professionisti dopo un lunghissimo iter procedurale. La normativa è stata dunque pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed è a tutti gli effetti legge. Ma cosa comporta tutto ciò? Ecco cosa c’è da sapere.

Equo compenso: cosa cambia dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale?

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge sull’equo compenso, tutti i professionisti coinvolti che lavorino per grandi aziende oppure per la pubblica amministrazione potranno rivalersi in tribunale per coloro che non si rifanno ai contratti collettivi e agli accordi sindacali relativi a quella determinata mansione lavorativa o figura professionale.



In questo modo il libero professionista o dipendente potrà autonomamente impugnare gli accordi in tribunale e avere ragione nei confronti del proprio datore di lavoro “sub iudice“.

Equo compenso: quali regole per i compensi minimi

Per le professioni regolate da ordini, i compensi sono stati stabiliti dalla legge 140/2012, mentre per quanto concerne gli avvocati dalle legge 147/2022. Per le professioni non regolate da un ordine invece si attende un decreto ad hoc. Tutto questo da la possibilità di impugnare gli accordi ritenuti lesivi dei propri diritti e di creare una rideterminazione del compenso sulla base dei parametri stabiliti dalla normativa. In questo modo ci saranno maggiori tutele economiche per i lavoratori che prestano servizio a partita iva presso:



  • grandi aziende;
  • pubblica amministrazione;
  • aziende private.

E ciò anche nel caso si abbia un contratto vincolato con partita iva. Lo stesso vale per i lavoratori dipendenti.

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