È stata per soli sei anni la moglie dell’indimenticato John Belushi, fino a quel maledetto giorno del marzo 1982 quando l’istrionico attore morì a causa di un’intossicazione fatale da coca ed eroina: tuttavia Judith Jacklin Pisano, oggi conosciuta da tutti come Judy Belushi, ha rappresentato una figura importante nella vita del protagonista di “Animal House” e “The Blues Brothers” e ancora oggi a distanza di tempo il suo ricordo del marito cela un misto di nostalgia e rimpianto. La scrittrice e graphic designer, oggi 69enne, ha da poco dato alle stampe una nuova biografia in cui svela lati inediti di John e proprio ora che cade il quarantennale del film cult di John Landis (che contribuì pure a lanciare Dan Aykroyd) le pagine aiutano a capire meglio la poliedrica ma tormentata personalità dell’attore originario di Chicago. La vedova Belushi, in una intervista concessa a ‘la Repubblica’, parte dai progetti multimediali sorti attorno a John (la bio di cui sopra, ma anche un documentario e un biopic che è in fase di realizzazione ma manca ancora l’attore protagonista) per spiegare cosa scopriranno i fan di vecchia data: “Troveranno l’uomo dietro l’attore: John seguiva il modello di Brando, le persone non hanno bisogno di sapere chi è davvero un attore (…) Se qualcuno fa domande personali, lo spegni” spiega Judith Belushi, rammaricandosi per la confusione sorta intorno alle circostanze della morte del compagno.



JUDITH, VEDOVA DI JOHN BELUSHI: “ERA IRRIVERENTE, MA POI NEL PRIVATO…”

Riferendosi ai contenuti del volume “La biografia definitiva”, edita per i tipi di Sagoma Editore in Italia, Judith racconta John come un tipo “irrispettoso e irriverente, poteva starsene tranquillo e d’improvviso esplodere”, paragonandolo a una sorta di cartoon che comunicava con le espressioni facciali. “Era un simbolo della working class” continua l’ex moglie raccontando di come il film “The Blues Brothers” e l’omonima band che avevano messo su ha contribuito a ridare speranza e voglia di suonare a tanti musicisti in giro per l’America. “Era anche appassionato di storia e politica, divoratore di giornali” dice la vedova ricordando il suo attivismo contro l’immorale guerra del Vietnam. E poi passa a ricordare la sua vita assieme. La coppia ha trascorso assieme 16 anni in totale (compresi quelli dopo il loro matrimonio e fino alla morte di John) dato che si conoscevano sin da quando Judith era 15enne.



“Ha sempre avuto talento, si faceva notare nelle esibizioni al liceo ed era capitano della squadra di football” continua a raccontare a ‘Repubblica’, pur ammettendo che John era tanto sicuro ed esuberante sul palco quanto a disagio nel privato. Amava la fama ma… “Non era un divo altero di Hollywood, la gente si prendeva confidenza. È stato così veloce quel periodo che non abbiamo avuto il tempo di mantenere il nostro spirito attaccato e ci siamo persi nel caos della celebrità” ammette candidamente prima di concludere spiegando di aver finalmente perdonato Cathy Smith (morta di recente, fu lei a iniettare nel marito la dose di coca letale) e che c’è davvero stato un contatto tra Belushi e Sergio Leone ma poi non se ne face mai nulla. “Gli attori che oggi me lo ricordano? Joaquin Phoenix e Jack Black, ma anche il figlio di mio cognato Jimmy…” suggerisce quasi sibillinamente e chissà che non sia proprio uno di loro a impersonarlo nel biopic che sta prendendo pian piano forma (anche se per il ruolo pare oramai in ‘pole’ Adam Pally).

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