La pandemia da Coronavirus non ferma il progetto Erasmus+, che però cambia: si tratta del progetto che riguarda gli studenti universitari e un percorso accademico all’estero, sia esso di uno o più trimestri, in vari Paesi dell’Unione Europea e grazie alla sinergia tra i vari atenei. Come si legge oggi su Il Sole 24 Ore, l’Erasmus+ deve naturalmente fronteggiare l’emergenza del Covid-19 e le varie restrizioni: oggi andare all’estero è praticamente impossibile visto che siamo ancora in un regime nel quale è difficile lasciare i confini nazionali, e dunque la normale modalità che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli anni non può essere garantita. Tuttavia, c’è la volontà di continuare ed è per questo che la Commissione europea ha dettato le nuove disposizioni perché gli studenti che desiderino sfruttare l’esperienza possano comunque farlo, anche se in gran parte si tratterà di un’esperienza virtuale.
ERASMUS+, IL PROGETTO CONTINUA IN MOBILITA’ VIRTUALE
La mobilità fisica e il viaggio all’estero sono ancora contemplati ma, come si legge, solo quando eventualmente sarà possibile andare in un altro Paese senza rischi e secondo le disposizioni delle varie nazioni; nel frattempo gli studenti potranno avviare delle attività di mobilità virtuale coerenti con quello che è l’obiettivo (che resta appunto quello dello scambio culturale): sarà dunque possibile fare distance learning sotto l’organizzazione dell’istituzione ospitante, così come la formazione virtuale e altre forme simili. Questo ovviamente nel concreto; siccome però il progetto Erasmus+ consente di accumulare crediti universitari, la mobilità virtuale sarà riconosciuta come se fosse avvenuta in maniera fisica; questo, si legge, riguarderà anche lo staff professionale che sarà coinvolto nel progetto.