IL DISCORSO DEL PRESIDENTE ERDOGAN DI RITORNO DAL VERTICE DI RIAD SULLA GUERRA IN M.O.
Riunire i Paesi più sunniti con quelli sciiti, i membri Nato con quelli del Golfo: questo è riuscito al Principe ereditario saudita Bin Salman al vertice di Riad sulla guerra fra Israele e Hamas, con presente anche l’altro grande “tessitore” di trame internazionali come il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan. È proprio “il Sultano” che nel volo di ritorno dal vertice straordinario di Riad dello scorso weekend – dove i Paesi arabi hanno rinsaldato l’alleanza con la causa palestinese, accusando Israele e l’Occidente di portare la guerra in Medio Oriente a rischio escalation globale – a rilasciato alcune dichiarazioni molto dure verso i propri partner occidentali.
Dopo non aver affatto gradito l’ulteriore slittamento della possibile causa di adesione all’Unione Europea, la Turchia ora si scaglia anche decisamente contro gli Stati Uniti nel chiedere di fermare al più presto l’alleato israeliano: «Gaza è la terra del popolo palestinese. Gli Stati Uniti devono accettarlo», ha detto Erdogan sul volo di ritorno verso Ankara, «le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali sono gli attori disfunzionali» e per questo motivo andrebbe aggiornata secondo la Turchia addirittura l’intera struttura creata dopo la Seconda Guerra Mondiale. Obiettivo della polemica, per il Presidente turco, è il Consiglio di Sicurezza dell’ONU che con il suo potere di veto per gli Stati membri permanenti spesso si è chiuso in una guerra di censure continua e opposta. Secondo Erdogan occorre modificare il regolamento sul Consiglio di Sicurezza, in quanto «le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali sono gli attori disfunzionali».
LA POSIZIONE DELLA TURCHIA RIBADITA AL VERTICE CON I PAESI ARABI: COSA HA DETTO ERDOGAN
Come del resto aveva già sottolineato nel suo intervento al vertice di Riad, il Presidente turco difende Hamas nella sua aggressione contro Israele, confermando la posizione tutt’altro che semplice all’interno del blocco Nato di cui la Turchia continua a far parte: «Dicono che Hamas sia un’organizzazione terroristica. No, non è un’organizzazione terroristica. Sono le persone che lottano per difendere le loro terre, che combattono per la patria». Erdogan spinge affinché Onu e Stati Uniti possano prendere azioni concrete contro le stragi su Gaza, ribadendo come non si possa sedersi al tavolo delle trattative senza coinvolgere la Turchia: «In questa regione, è impossibile intraprendere iniziative o fare piani contro la Turchia. La nostra posizione, la nostra attitudine, i nostri valori, i nostri principi sono chiari. La Turchia è la chiave per risolvere le crisi e i problemi nella nostra regione. È l’unico paese che può riunire al tavolo tutti i paesi della nostra geografia, le parti in conflitto e in guerra».
Da ultimo, il leader di Ankara dà un ulteriore motivo di scontro con l’Occidente dal momento che identifica lo Stato ebraico come un Paese con chiari intenti omicidi nei confronti dei civili palestinesi: «Nonostante i governi degli stati si precipitino a stringere la mano al governo israeliano in linea con i loro interessi imperialisti, agli occhi delle popolazioni, Israele è ormai un paese assassino di bambini», ha concluso nel lungo discorso tenuto in aereo. «Il Segretario di Stato Antony Blinken è stato qui in Turchia, credo che ora sarà Biden a riceverci», aveva detto uscendo da Riad lo stesso Erdogan auspicando che vi possa comunque esserci un accordo tra Turchia e Stati Uniti circa il destino della Striscia di Gaza, «Dovremmo tenere colloqui con l’Egitto e i Paesi del Golfo e fare pressione sugli Stati Uniti. Usa dovrebbero aumentare le loro pressioni su Israele. L’Occidente dovrebbe aumentare la pressione su Israele… E’ fondamentale per noi garantire un cessate il fuoco».