ERDOGAN RIAPPARE IN PUBBLICO E ATTACCA COMUNITÀ LGBTQ: “MAI IN TURCHIA”

Dopo il malore e la sospensione temporanea della campagna elettorale verso le Elezioni Presidenziali previste il prossimo 14 maggio, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan è tornato in pubblico provando subito a “forzare” i temi invitando il popolo turco a confermare la fiducia nel “Sultano”, ininterrotto Presidente dal 2014 (ma dal 2003 al 2014 è stato Premier). Nel tornare sulla scena Erdogan ha riproposto un “cavallo di battaglia” della sua politica conservatrice e molto aderente al Corano, ovvero la profonda omofobia.



E così parlando nella sua campagna di rielezione, Erdogan ha sferzato la comunità LGBTQ: «In questa nazione le fondamenta della famiglia sono stabili. L’LGBTQ non emergerà in questo Paese. Schiena dritti, come un uomo: è così che sono le nostre famiglie». Nei giorni appena precedenti ai problemi di salute che lo hanno costretto ad alcuni giorni di riposo precauzionale, Erdogan aveva accusato tutti i partiti di opposizione di essere “pro-LGBTQ”, esortando per questo i giovani elettori a seguire l’AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo) per rieleggerlo Presidente della Turchia.



QUANDO ERDOGAN DICEVA CHE I DIRITTI LGBTQ SONO UNA “DEGENERAZIONE”

Se appena pochi mesi fa il Ministro degli Interni Süleyman Soylu aveva già parlato della comunità LGBTQ come di una completa «perversione», era stato lo stesso Erdogan a creare un “caso internazionale” in merito alle dichiarazioni rilasciate ai media della Turchia di ritorno da un vertice europeo allargato a Praga, dove aveva definito la comunità gay come una completa «degenerazione».

Il Presidente attaccava così: «Di recente, hanno introdotto diritti Lgbt nella società, cercando di degenerare la nostra struttura familiare. Quindi, faremo quello che serve» per cambiare gli emendamenti alla Costituzione in quel momento discussi dai partiti di opposizione in Parlamento. Il Governo turco non da oggi parla di «terrorismo culturale», inserendo i diritti LGBTQ nell’ottica anti-occidentale e anti-europeista: «C’è il terrorismo culturale. La propaganda di un’organizzazione terroristica, che cerca di far dimenticare i propri valori, la propria religione, l’unità, l’amore dei genitori e la lealtà familiare. È esattamente la politica europea, esattamente la politica americana di divide et impera», aveva attaccato il Ministro degli Interni Soylu lo scorso 12 novembre durante una convention dell’AKP, «Cosa accadrà? Porteranno l’LGBT in Turchia. Gli uomini sposeranno gli uomini, le donne sposeranno le donne. Si adatta perfettamente a Kiliçdaroğlu (il principale leader dell’opposizione, ndr). Che peccato. Manca di tutti i valori. Stanno cercando di creare una politica basata su una comprensione che altererà quasi tutti i nostri valori in modo che possano conquistare il cuore degli europei e dell’Occidente».