Il presidente turco Erdogan ha deciso: dopo Santa Sofia, splendido gioiello di architettura bizantina, pure San Salvatore in Chora è destinata a diventare una moschea. Di fatto è già così dal momento che la decisione di Erdogan è stata pubblicata sulla Resmi Gazete, la Gazzetta Ufficiale turca. Inoltre lo scorso novembre la Danistay, il tribunale amministrativo della Turchia, si era già espresso favorevolmente in merito. La struttura verrà affidata alla Diyanet, ovvero l’organizzazione che si occupa delle gestione di alcuni affari religiosi e che da poco più di un mese vanta anche l’ex museo di Santa Sofia. Per quanto riguarda San Salvatore in Chora, il cui nome ci svela origini antichissime, è un edificio di grande storia, che rappresenta in pieno l’architettura bizantina. Fu costruito poco fuori Costantinopoli, quando ancora la città non aveva conosciuto la sua piena espansione.



San Salvatore in Chora diventa moschea, alcuni cenni storici

San Salvatore in Chora è diventata parte integrante del tessuto urbano di Costantinopoli tra il 413 e il 414, mantenendo tuttavia il nome Chora. Con la caduta di Costantinopoli, la basilica è stata trasformata in una moschea, come accaduto a Santa Sofia. Per un lungo periodo San Salvatore in Chora ha rappresentato un importante centro di culto islamico, poi la conversione in museo nel 1958. Adesso, con la decisione di Erdogan, tornerà ad essere luogo di preghiera per i fedeli.

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