Recep Tayyip Erdogan, presidente della Turchia, ha fatto arrestare nella notte dieci ex ammiragli della Marina di Ankara con l’accusa di attentato all’ordine costituzionale. In altre parole, il leader turco accusa i soggetti interessati di avere tentato di ispirare un golpe politico. Oltre alle persone finite in manette, altre quattro hanno ricevuto l’obbligo a presentarsi nell’arco di tre giorni presso la Questura, ma non sono stati messi in carcere per via della loro età anagrafica, che risulta essere piuttosto avanzata.



Ma da cosa è dipesa questa decisione di Erdogan? E perché ha rivolto tali accuse nei confronti di questi soggetti? Come scrive l’ANSA, “tutto è nato da un dichiarazione pubblica, firmata da 104 ammiragli in pensione, diffusa nel fine settimana per denunciare i rischi di un eventuale ritiro dalla Convenzione di Montreux, firmata nel 1936 per regolare il traffico navale negli stretti turchi, il Bosforo e i Dardanelli, che collegano il mar Nero al Mediterraneo orientale”. Un trattato messo in discussione dopo il via libera alla realizzazione del canale artificiale denominato “Kanal Istanbul”, che devierà il traffico marittimo.



ERDOGAN FIUTA IL GOLPE, ARRESTATI 10 EX AMMIRAGLI

Un punto di vista preciso e motivato quello degli ex ammiragli, ma che non è stato ben visto dal presidente Erdogan, secondo il quale le critiche dei militari in pensione sono “allusioni a un golpe” ed esulano da qualsiasi “libertà d’espressione”, risultando per giunta “inaccettabili in un Paese il cui passato è pieno di colpi di Stato”. L’uscita della Turchia dal trattato di Montreux era stata prospettata nei giorni scorsi da Mustafa Sentop, presidente del Parlamento, e nelle sue parole i militari hanno visto una minaccia all’accordo che meglio protegge gli interessi nazionali. Peraltro, come riferisce ancora una volta l’agenzia di stampa nazionale ANSA, tra le persone fermate vi è anche Cem Gurdeniz, “esponente della corrente euroasiatica delle forze armate, scettica verso la Nato e aperta a Russia e Cina a Est, nonché teorico della controversa dottrina della ‘Patria Blu’, impiegata paradossalmente proprio dal presidente turco per sostenere le sue ambizioni espansionistiche marittime nei confronti di Grecia e Cipro”.

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