L’ultimo affronto di Erdogan all’Occidente arriva fino al Vaticano con la conferma dell’invito mandato dal Presidente della Turchia a Papa Francesco per la cerimonia di riconversione della ex basilica bizantina di Santa Sofia nella nuova moschea: venerdì prossimo a Istanbul si conclude definitivamente l’iter di “riconversione” del decreto del 1934 dell’allora presidente turco Kemal Ataturk che rendeva la moschea dell’impero ottomano un museo sulla storia e il dialogo tra Oriente e Occidente che teneva assieme lo splendore della basilica bizantina dedicata alla “Santa Sapienza di Gesù” al periodo di dominazione araba. Ora però, con la decisione del Consiglio di Stato caldamente appoggiata dal Presidente Erdogan lo scontro politico, culturale e religioso è riesploso contro la Turchia e di certo la mossa dell’invito ufficiale in Vaticano a Papa Francesco per partecipare alla cerimonia di Santa Sofia suona molto più un affronto e uno “schiaffo” che non un tentato “dialogo” a distanza tra Occidente e Turchia.



NO COMMENT DAL VATICANO

A confermare l’invito a Papa Francesco è stato Ibrahim Kalin, portavoce del presidente Recep Tayyip Erdogan, all’emittente televisiva Cnn Turk: tra l’altro proprio a quel Pontefice che lo scorso 12 luglio nell’Angelus da Piazza San Pietro si era lasciato ad un commento “a braccio” in cui, con diverse pause di silenzio, esclamava «Penso a Istanbul, a Santa Sofia, e sono molto addolorato». In un discorso alla nazione invece Erdogan non solo ha ribadito come la rinascita di Santa Sofia come moschea «inaugura la fase di liberazione della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme. Questa decisione segue il sentiero della lotta per portare i musulmani fuori dall’interregno», ma ha anche aggiunto in un secondo passaggio, con tanto di affronto all’Occidente, «Quanti non reagiscono contro l’islamofobia nei loro Paesi stanno attaccando la volontà della Turchia di usare i suoi diritti sovrani. Abbiamo preso questa decisione non in relazione a ciò che dicono gli altri, ma in relazione ai nostri diritti, come abbiamo fatto in Siria, in Libia e altrove». Per il momento il Vaticano non ha commentato l’invito né ha prodotto una risposta ufficiale: di certo il dialogo “impostato” così da Erdogan è tutt’altro che praticabile.

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