Entra sempre più nel vivo lo scontro sulla famosissima eredità della famiglia Agnelli, accumulata in tanti anni di lavoro dal Senatore – e fondatore dell’allora Fiat – Giovanni e poi passata dopo la sua morte completamente nelle mani del nipote Gianni: un vero e proprio tesoro che includerebbe miliardi e miliardi di euro sotto forma di diversi beni, dai quadri accumulati, a case, auto e – soprattutto – ad una cospicua quantità di lingotti. Tutto il mistero sull’eredità Agnelli ruota proprio attorno a questi ultimi, da tempo citati ma mai realmente individuati a nessuno; oltre che oggetto di una contesa tra Margherita Agnelli (figlia di Gianni) e i suoi tre fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann.
La prima – poi arriveremo anche ai lingotti – lamenta che quando firmò l’accordo di successione per mettere le mani su parte dell’eredità Agnelli le furono nascoste ingenti somme, chiudendo il patto con ‘solamente’ 1 miliardo e 200 milioni di euro (rinunciando in toto alla Fiat, finita agli Elkann): tanti, ma sicuramente una minima parte dei 5,8 miliardi di patrimonio personale posseduto da sua madre Marella e riconosciuto come patrimonio – in realtà – del marito Gianni, dato che lei non aveva un lavoro né guadagni stabili.
L’eredita degli Agnelli, il mistero dei lingotti e il caveau in Svizzera
In questo contesto si inseriscono i (presunti?) lingotti accumulati da Giovanni Agnelli, secondo Margherita parte dell’eredità che sarebbe naturalmente dovuta finire a disposizione di tutti i fratelli, ma trattenuti e nascosti da John; mentre quest’ultimo si è sempre guardato bene dal confermarne (come d’altronde fu anche per i quadri d’arte poi rinvenuti in un abbandonato ufficio dell’ex sede Fiat a Torino) l’esistenza. La storia dei lingotti affonda le sue origini a ben prima che si parlasse – e litigasse – dell’eredità degli Agnelli: fu Giovanni a convertire in oro le sue enormi disponibilità economiche, depositandole in una banca Svizzera.
Dopo la morte, Giovanni diede disposizione al nipote Gianni di gestire tutti i suoi beni, spartendoli equamente tra tutti i fratelli e i parenti; tutto escludendo quei sedicenti lingotti che sarebbero dovuti servire come riserva segreta esterna all’eredità Agnelli per qualsiasi problema alla Fiat. Stime vorrebbero che si tratti di oltre 138 tonnellate di ore, con un valore che oggi si aggirerebbe attorno a 9,2 miliardi di euro: quasi il doppio del patrimonio di Marella poi spartito dagli Elkann con Margherita.
Ma dove si trovano quei lingotti, sempre che esistano? Secondo alcuni quasi certamente in un caveau del Free Port di Ginevra ed è per questo che fino ad oggi Margherita non ne ha mai potuto avere conferma: serve una rogatoria internazionale per accedere al caveau, ma fino ad ora tutti i tentativi di accedere al ricchissimo tesoro/eredità di Giovanni Agnelli sono finite (come si dice) con un buco nell’acqua.