Partita aperta con il Fisco per la famiglia di Silvio Berlusconi dopo l’apertura del testamento. Sono tre le peculiarità che presenta la successione dal punto di vista fiscale: l’istituzione ereditaria dei figli in quote di comunione, l’attribuzione di legati al fratello del fondatore di Forza Italia e a soggetti con cui non aveva rapporti di parentela né di affinità, la composizione del patrimonio, costituito da immobili, denaro, opere d’arte, strumenti finanziari e di quote di controllo di società di capitali. Ne parla Angelo Busani sulle colonne del Sole 24 Ore, spiegando che il valore attribuito per eredità ai figli è tassato con l’aliquota del 4 per cento, da applicare la valore ottenuto da ognuno dei figli che ecceda il milione di euro, in quanto per il primo la legge dispone una franchigia esente.



Il valore tassabile è formato dal valore catastale dei beni immobili, a meno che si tratti di aree edificabili, che si considerano per il valore venale; il valore nominale del denaro, di mercato delle opere d’arte, di listino degli strumenti finanziari che hanno una quotazione, il valore di patrimonio netto contabile delle quote di partecipazione al capitale di società. Il primo rappresenta la base imponibile per le imposte ipotecaria (2%) e catastale (1%).



EREDITÀ BERLUSCONI: I NODI CON IL FISCO

Se la successione ereditaria ha a oggetto la quota di controllo di società di capitali lasciata ai figli in regime di comunione, come nel caso della famiglia di Silvio Berlusconi, c’è per legge l’esenzione totale da imposta, se gli eredi si impegnano a mantenere il controllo, e quindi lo stato di comunione, per almeno cinque anni. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, un possibile problema per gli eredi potrebbe essere legato al fatto che l’Agenzia delle Entrate si avvale della contestazione che la Corte costituzionale ha rivolto all’agevolazione in parola, con riferimento all’applicazione ai grandi patrimoni aziendali, ammonendo il legislatore sul punto che l’eventuale eccezione di legittimità costituzionale di tale beneficio fiscale potrebbe finire sotto la scure della Consulta.



Un’altra potenziale grana, secondo Angelo Busani, è rappresentata dalla recente sentenza della Cassazione, in cui si è deciso che l’esenzione in questione non compete alla trasmissione di partecipazioni in società che non svolgono attività di impresa. Il timore è legato al fatto che dopo questa pronuncia molte holding potrebbero essere considerate nella situazione di non esercizio di attività d’impresa, in quanto essa è esercitata “solo” dalle società partecipate.

“PROBABILMENTE EREDITÀ BERLUSCONI ACCETTATA CON BENEFICIO D’INVENTARIO”

È probabile che l’eredità di Silvio Berlusconi venga accettata col beneficio d’inventario. Non per la paura che i debiti lasciati dal defunto siano di valore superiore al valore dell’attivo ereditario, ma semplicemente per fare ordine nel vasto patrimonio e per sfruttare la norma che in tal caso consente di non dar luogo all’aumento del 10 per cento dell’attivo imponibile a titolo di presunzione dell’esistenza nell’asse di denaro liquido, gioielli e mobilia. Inoltre, l’inventario permette di posticipare per molti mesi il termine di un anno prescritto dalla legge per presente al Fisco la dichiarazione di successione.

Per quanto riguarda il legato al fratello Paolo Berlusconi, i 100 milioni di euro (o 200, a seconda che il terzo testamento sia considerato confermativo o aggiuntivo rispetto al secondo) saranno tassati con l’imposta di successione di 5.994.000 euro (o 11.994.000), quindi con l’aliquota del 6 per cento alla base imponibile diminuita della franchigia esente di euro 100mila. Alla luce del fatto che Marta Fascina e Marcello Dell’Utri non hanno rapporti di parentela né di affinità con Silvio Berlusconi, non c’è nessuna franchigia esente, quindi l’aliquota da applicare è quella dell’8 per cento. Di conseguenza, Fascina dovrà versare 8 milioni di euro, Dell’Utri 2,4 milioni di euro.