La nonna di Giulia Cecchettin, la signora Carla, è stata intervistata stamane in collegamento con il programma di Rai Uno, Storie Italiane, per parlare della sentenza di ergastolo in primo grado ai danni di Filippo Turetta. La donna si è soffermata sulla difesa nonché sul fatto che il giudice non abbia considerato le aggravanti della crudeltà e dello stalking.. “E’ venuto a stringermi la mano, mi ha detto che era il suo lavoro e io gli ho detto che ci sono anche i sentimenti e l’etica e che ci eravamo sentiti offesi dalle sue parole, io comunque ho visto solo qualche spezzone e ringrazio a Dio di non essere stata in aula. Comunque come ha detto mio figlio rimango un po’ scossa perché non sono state accettate le aggravanti che secondo me ci sono tutte, ma non solo secondo me, secondo molte altre persone con cui ha parlato”.
E ancora: “Giulia Cecchettin aveva paura di Filippo Turetta, ci sono delle confidenze fatte alle amiche che sono state filmate, ne ho vista una ieri sera in cui diceva che non sapeva come venirne fuori, lei le voleva ancora bene ma questo ragazzo era molto soffocante. Poi ho sentito di minacce, minacciava anche se stesso “se mi lasci mi ammazzo”, lei aveva un cuore buono, lo teneva lì come un amico”.
ERGASTOLO A FILIPPO TURETTA, NONNA DI GIULIA: “LEI NON SAPEVA COME USCIRNE”
Giulia Cecchettin avrebbe voluto bloccarlo su WhatsApp ma non l’ha bloccato perchè aveva paura delle sue reazioni, in tutti i sensi: “Lei lo aveva conosciuto per quello che era e non sapeva più uscirne da questa situazione, non sapeva più come fare”.
In studio a Storie Italiane cercano di comprendere come mai lo stalking non sia stato considerato e un avvocato precisa che: “Normalmente l’atto persecutorio è un reato che vede la vittima denunciare e poi procede d’ufficio e la vittima viene sentita in aula. Qui invece occorre fare una sorta di autopsia psicologica sulla vittima e capire se dai messaggi inviati alle amiche e da quanto riferito durante il processo sia emerso lo stalking in maniera certa, purtroppo non abbiamo la voce di Giulia Cecchettin”.
ERGASTOLO A FILIPPO TURETTA, NONNA DI GIULIA: “UN ASSASSINIO FEROCE”
La nonna di Giulia ha ripreso la parola: “La sentenza ci lascia un po’ di amaro in bocca, lo stalking c’era, lei non era tranquilla a scendere alla fermata dell’autobus perchè se lo trovava vicino, non poteva parlare tranquillamente con le amiche perchè lui non voleva, mentre per quanto riguarda la crudeltà a questo punto chiedo cosa sia la crudeltà, se non è crudele un assassinio di quella feroce, al di là della premeditazione… è stato anche feroce, quando penso in quella mezz’ora cos’avrà provato mia nipote mi vengono i brividi, mi fa stare male da matti, questa per me è crudeltà”.
Anche in questo caso ha cercato di fare chiarezza l’avvocato in studio, che ha precisato: “Per esserci l’aggravante della crudeltà non basta la cruenza dell’atto quanto la volontà di imprimere sofferenza alla vittima, forse la corte d’Assise ha ritenuto l’atto violento e cruento ma probabilmente la volontà di Filippo Turetta non era quella di far vivere una sofferenza a Giulia ma solo di uccidere”.
ERGASTOLO A FILIPPO TURETTA, LE PAROLE DELLO ZIO DI GIULIA: “LUI QUANDO USCIRA’…”
Per Don Gaetano: “Il cuore dell’uomo è un abisso e andare dietro a queste cose malvagie che possono venire fuori sorprendono sempre, secondo me 75 colpi inferti al corpo di una persona per me è crudeltà, è una rabbia che si scatena verso un’altra persona a volerne cancellare la presenza, è un qualcosa di perverso che sta nascosto in un animo… ce lo dovrebbe dire la persona che lo ha fatto”.
Andrea Camerotto, zio di Giulia Cecchettin, intervistato ieri da Storie Italiane, ha aggiunto: “Perchè non c’è stata la crudeltà? E’ questa la domanda che mi son posto. 75 coltellate, comprese le ferite alle mani da difesa, penso siano importanti. Filippo Turetta potrà uscire fra 26 anni? Lui si guarderà in torno, sarà di essere l’assassinio di Giulia 20 anni prima e si chiederà, chissà se mi riconoscono per quello che ho fatto, e questo è l’ergastolo che lui si porterà. Anche per lo stalking mi faccio delle domande. A Filippo Turetta non ho niente da dirgli, non lo perdonerò mai per il dolore provocato”.
ERGASTOLO A FILIPPO TURETTA, IL FRATELLO DI GINO: “PER ME LUI E’ INSIGNIFICANTE”
L’altro zio, quello paterno, ha aggiunto “Come mi sveglierò? Sempre con un pensiero a Giulia Cecchettin e soprattutto con l’ultimo ricordo di Giulia quando le avevo detto che ci sarei stato alla sua festa di laurea, lei mi aveva guardato e mi aveva sorriso per poi ringraziarmi. Filippo Turetta? Personaggio nullo e insignificante”.
La nonna Carla aggiunge e conclude: “Io spero che la pena lo faccia cambiare, bisogna lavorare un po’ sulla educazione di questi figli, c’è questo bisogno del possesso è una cosa tremenda, a Giulia è successo così, sarà sempre nel nostro cuore e per noi sarà sempre un tormento. Le ragazze devono stare attente a queste manifestazioni di possesso, spesso mascherate da belle frasi… bisogna stare attenti, molti giovani hanno questa mentalità, come Filippo Turetta, ed è questo che fa paura”.