Ergastolo per Giovanni Padovani anche in appello: i giudici della Corte d’Assise di Bologna hanno confermato la condanna di primo grado per l’omicidio di Alessandra Matteuzzi. Dunque, è stata accolta la richiesta dei rappresentanti dell’accusa, Ciro Cascone e Adele Starita, rispettivamente avvocato generale dello Stato e sostituta pg.



Le motivazioni della sentenza saranno disponibili entro 90 giorni, invece lo sono già le dichiarazioni spontanee rese dall’imputato in aula durante l’udienza. Prima della sentenza, infatti, l’ex calciatore e modello 28enne ha confessato di essere ancora ossessionato dall’ex fidanzata, uccisa brutalmente due anni fa a Bologna tra colpi di martello e panchina.



LE DICHIARAZIONI SPONTANEE DI GIOVANNI PADOVANI

Pur dicendosi consapevole di aver commesso un delitto orribile e di non avere giustificazioni per questo, dopo aver chiesto scusa alla famiglia dell’ex fidanzata, Giovanni Padovani ha spiegato di avere ancora problemi psichiatrici. “Ho un’ossessione per lei, penso a lei tutti i giorni e so che c’è qualcosa che non va“, ha dichiarato in aula.

Il 28enne ritiene di essere in condizioni migliori rispetto a prima, ma anche di andare avanti “grazie alla forza che Alessandra mi dà, non solo per mia madre, anche perché altrimenti mi sarei suicidato“. L’uomo sostiene di essere stato abbandonato dal raziocinio, visto che prima non era geloso delle sue fidanzate. “In questo caso ci sono state delle dinamiche tossiche“, le sue parole riportate dal Resto del Carlino.



OMICIDIO ALESSANDRA MATTEUZZI, LA REQUISITORIA

Dichiarato capace di intendere e volere in primo grado, Giovanni Padovani per il suo legale avrebbe delle anomalie che andrebbero collegate a un vizio parziale di mente. Infatti, ha fatto riferimento a una risonanza magnetica, effettuata dopo il processo di primo grado, che ha confermato la presenza di cisti nel cervello, come aveva riferito lo stesso imputato. Invece, Cascone nella requisitoria aveva ribadito che l’imputato non è né folle né pazzo, ma ha finto di esserlo. Insieme a Starita ha spiegato che Padovani riteneva che Alessandra Matteuzzi fosse di sua proprietà e la disprezzava.

Per quanto riguarda la confessione, ritengono che non abbia alcun peso, visto che al delitto hanno assistito diversi testimoni, inoltre hanno rimarcato che successivamente “ha negato tutto ciò che poteva negare“. Per Cascone c’è stata premeditazione dell’omicidio, la decisione di ucciderla si era sedimentata per mesi, quindi la morte di Alessandra era annunciata.