E’ scontro tra Governo e la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo, con quest’ultima che ha invitato l’Italia a rivedere la legge che prevede l’ergastolo ostativo, dando il via libera alla sentenza dello scorso 13 giugno che giudicava il “fine pena mai” inumano e degradante. Ma cosa prevede questa pena? L’ergastolo ostativo si applica a tutti quei soggetti che sono accusati di reati di particolare gravità – in primi mafia e terrorismo – e coincide con l’intera durata della vita del condannato. Se l’ergastolano “comune” può accedere a benefici e misure alternative, l’ergastolano ostativo non può accedere a quegli istituti qualora non collaborasse con la giustizia o si verificassero altre particolari circostanze. Regolato dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, l’ergastolo ostativo venne normato all’inizio degli anni Novanta dopo le stragi di mafia con vittime i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.



ERGASTOLO OSTATIVO, COS’E’?

L’ergastolo ostativo è dunque un “fine pena mai” che non prevede benefici penitenziari al condannato, così come misure alternative al carcere. Come evidenzia La legge è uguale per tutti, per taluni delitti ritenuti di particolare allarme sociale è previsto inoltre un regime speciale che si risolve nell’escludere dal trattamento extramurario i condannati. L’unica “ancora di salvataggio” coincide con la collaborazione con la giustizia. Secondo la Cedu, però, questo trattamento è «inumano e degradante» e si è acceso il dibattito. Tra i più preoccupati l’ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso: «Non sono sicuro che a livello europeo, attraverso la sola lettura delle carte, si riesca a percepire fino in fondo la pericolosità e l’ incidenza della criminalità organizzata in Italia». E l’ex presidente del Senato ha sottolineato al Corriere della Sera: «Questo era uno dei punti del papello di richieste che Riina pretendeva dallo Stato per fermare le stragi. Ce l’ ha raccontato proprio Giovanni Brusca».

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