La riforma dell’ergastolo ostativo convince l’Europa. Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, infatti, è soddisfatto dei progressi compiuti dall’Italia. Prima non era possibile per i condannati per i reati che rientrano nell’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario (soprattutto di stampo mafioso) usufruire di benefici come la liberazione condizionale senza la collaborazione con la giustizia, anche se altri elementi ne provavano la riabilitazione. Chiamato a verificare il rispetto delle sentenze della Corte europea dei diritti umani (Cedu) di Strasburgo, il Consiglio d’Europa ha però precisato che non è ancora possibile una valutazione sulla vera efficacia della riforma dell’ergastolo ostativo, visto che è entrata in vigore da poco.



Comunque, dopo aver verificato la documentazione inviata in settimana dal governo italiano, ha dato un primo via libera. La vicenda riguarda la sentenza della Cedu emessa nel 2019 nel caso “Viola contro Italia“, che ha stabilito come l’ergastolo ostativo violi il divieto di trattamenti degradanti e inumani e il rispetto della dignità umana. Per la Corte europea il rifiuto di collaborare non è legato alla continua adesione al disegno criminale, peraltro potrebbero sorgere collaborazioni per “opportunismo”, quindi non legate ad una vera dissociazione dall’organizzazione mafiosa. Di conseguenza, spiega Il Dubbio, non si può equiparare l’assenza di collaborazione con la permanenza della pericolosità sociale.



ERGASTOLO OSTATIVO, DECISIONE DEFINITIVA DOPO SETTEMBRE

Dopo è arrivata la sentenza della Consulta con cui è caduta l’ostatività per il permesso premio. Inoltre, è stata rinviata la decisione sull’ostatività alla liberazione condizionale, lasciando la questione al Parlamento affinché varasse una riforma. Il governo Meloni ha agito con un decreto urgente. L’ergastolo ostativo, nato nel 1992 dopo la strage di Capaci e inasprito rispetto a quello ideato da Giovanni Falcone, è stato quindi cancellato dall’esecutivo, che ha sostituito la preclusione assoluta di pericolosità con una preclusione relativa. Un risultato raggiunto, come evidenziato da Il Dubbio, attraverso il lavoro dei magistrati di sorveglianza che hanno sollevato la questione alla Cassazione e alla Corte costituzionale. Invece, la condanna della Cedu è arrivata grazie al ricorso dell’ergastolano Marcello Viola, assistito dai legali Antonella Mascia, Valerio Onida e Barbara Randazzo, che si sono avvalsi anche di un testo scritto da un gruppo di professori dal calibro di Davide Galliani, Andrea Pugiotto, Gluaco Giostra, Vittorio Manes, Emilio Santoro, Sergio D’Elia di Nessuno tocchi Caino, Patrizio Gonnella di Antigone, il garante nazionale dei detenuti Mauro Palma e garanti come Stefano Anastasia e Franco Corleone. Il Consiglio d’Europa valuta positivamente la riforma dell’ergastolo ostativo, perché segue le indicazioni della sentenza Cedu. La decisione definitiva arriverà dopo che il governo Meloni fornirà informazioni sul funzionamento concreto ed esempi di ordinanze che concedono benefici agli ergastolani. E dovrà farlo entro il 30 settembre.

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