La Commissione Giustizia della Camera ha dato il “via libera” alla riforma dell’ergastolo ostativo dopo le sollecitazioni arrivate lo scorso maggio dalla Corte costituzionale con una ordinanza che ha dichiarato illegittima l’attuale norma. A riferirlo, come riportato da Ansa, è stato il presidente della Commissione Mario Perantoni (M5s), al termine della seduta odierna. “È un ottimo risultato”, ha detto in riferimento al nuovo testo.



Esso, nel dettaglio, prevede la riformulazione di alcuni emendamenti che prevedevano che fosse il Tribunale di sorveglianza e non il giudice monocratico a decidere sulle richieste di benefici presentate da coloro che sono stati condannati per i reati di Mafia e terrorismo e che non hanno mai collaborato con la giustizia. “Con la norma approvata potranno godere dei benefici penitenziari solo quei mafiosi che abbiano realmente provato di aver interrotto qualsiasi contatto con il sodalizio criminale e, dunque, di non rappresentare più alcun pericolo per la società”, ha spiegato Perantoni.



Ergastolo ostativo, ok riforma da Commissione Giustizia: il commento di Mario Perantoni

La riforma dell’ergastono ostativo, che ha ricevuto l’ok dalla Commissione Giustizia della Camera, era stata sollecitata a maggio 2021. Da tempo il dibattito sulla questione era in corso. La Consulta aveva sottolineato che, stando alle norme attuali, “l’accoglimento immediato dei benefici rischierebbe di inserirsi in modo inadeguato nell’attuale sistema di contrasto alla criminalità organizzata”. È per questa ragione che aveva dato un anno di tempo al Parlamento per intervenire sulla questione, stilando come termine ultimo il prossimo 10 maggio. Oggi è stato fatto un importante passo in avanti in tal senso.



“Abbiamo approvato il testo del nuovo articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario. Sono soddisfatto, è un ottimo lavoro. Nel rispetto dei princìpi costituzionali e della sentenza della Consulta, il testo ribadisce che la lotta alla mafia è una priorità che non può far abbassare la guardia dello Stato”, ha concluso Mario Perantoni.