Condannato all’ergastolo l’infermiere della morte, il 46enne Davide Garofalo, accusato di avere ucciso tre persone tra il 2014 e il 2016 durante il trasporto in ambulanza. Le agenzie stampa hanno reso noto che la Corte d’Assise di Catania ha ritenuto Garofalo “colpevole di omicidio aggravato e di estorsione aggravata dal metodo mafioso”. Le sue vittime erano pazienti gravi, ai quali veniva iniettata aria nelle vene, così da favorirne il decesso per ricavare alcune centinaia di euro (2-300) da parte dei familiari dell’estinto per la sua vestizione. Quei soldi, poi, venivano divisi con i clan mafiosi di alcune aree della Sicilia.



Secondo quanto contestato dalla Procura di Catania, la tecnica, come spiegato, consisteva nell’iniettare aria in pazienti terminali nel corso del tragitto su ambulanze private dall’ospedale a casa, determinandone la morte per embolia gassosa e riferendo invece che il decesso era avvenuto per ragioni naturali. Sul caso hanno indagato i carabinieri della compagnia di Paternò e del comando provinciale di Catania.



“INFERMIERE DELLA MORTE” CONDANNATO ALL’ERGASTOLO

Per l’infermiere della morte condannato all’ergastolo la Procura aveva chiesto trent’anni di reclusione. Come ricorda il quotidiano “La Sicilia”, che ha seguito da vicino il caso, sottolinea che nel 2012 iniziarono gli accordi con le associazioni di tipo mafioso tra le ambulanze private e i clan. I colleghi isolani scrivono che “tali associazioni (nello specifico i clan di Paternò, Biancavilla e Adrano) imposero la loro gestione alle ambulanze e la presenza di Davide Garofalo e Agatino Scalisi come operatori all’interno delle stesse”. In particolare, sarebbero state le rivelazioni di Alfio Sangiorgio a fare venire a galla il tutto; quest’ultimo si ritrovò più volte a bordo delle ambulanze con Garofalo e avrebbe assistito alla morte di Salvatore Gagliano, una delle vittime. Secondo “La Sicilia” Sangiorgio avrebbe provato a fermare Garofalo, ma quest’ultimo gli avrebbe detto: “Se non lo faccio questi 200 euro me li dai tu?”. Una vicenda davvero terribile, che racconta di un traffico di denaro connesso al mondo delle ambulanze private a causa di infiltrazioni mafiose e che ha deciso le sorti di ben tre persone.

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