I social network sono definitivamente il regno della superficialità, dell’ignoranza e della cattiveria, anzi della frustrazione. Il recente caso che ha interessato Eric Clapton ne è la dimostrazione. Le notizie, sui social, si leggono affidandosi nel 90% dei casi al titolo, il quale a sua volta è creato ad arte per suscitare commenti, polemiche e quindi attirare click. La gente mai approfondisce la notizia, leggendola a fondo, provando a fare raffronti e approfondimenti.



Così la notizia che “Eric Clapton ha fatto causa una signora tedesca che aveva messo in vendita su e-bay un cd da pochi dollari che è stata condannata a pagare migliaia di dollari di spese legali, oltre al ritiro del cd dalla vendita” ha creato subbuglio e insulti pesantissimi nei confronti del musicista inglese, accusato di avidità, di crudeltà, di cattiveria. Prima cosa che uno avrebbe dovuto chiedersi è se un personaggio di oltre 70 anni, impegnato tutti i giorni a fare musica, spesso in viaggio per concerti, passi il suo tempo su e-bay a caccia di persone cattive che vendono in modo illegale cd contenenti sua musica. Ma vi pare possibile? E’ ovvio che c’è un team di avvocati e di professionisti che cura questo aspetto, assolutamente giustificato in quanto si trattava di un disco pirata, cioè non messo in vendita dall’artista, ma registrato, stampato e venduto in modo del tutto illegale. Un fenomeno che prima della musica liquida online era un affare enorme. Infatti il disco in questione messo in vendita su e-bay risaliva nientemeno che al 1987, comprato dal marito della donna, la quale non sapeva nulla di questo tipo di prodotti. Trovatolo in casa, ha pensato di venderlo a 11 euro perché non se ne faceva nulla.



LA SFIDA DELLA DONNA ACCUSATA AGLI AVVOCATI

Sui social si sono riversati tutti i leoni da tastiera accusando Clapton di essere un “bastardo” che per pochi euro rovina una vedova chiedendole migliaia di euro. Anche qui Clapton non ha fatto niente, perché sono le leggi a fare tutto e i giudici. La Germania, scrive il management, «è uno dei tanti Paesi in cui è largamente diffusa la vendita di CD bootleg illegali, non autorizzati e spesso di scarsa qualità». Clapton e «un buon numero d’altri artisti molto noti e di case discografiche» hanno perciò dato mandato a legali tedeschi di fare causa per la vendita di «migliaia di bootleg». «Sono gli avvocati e il management di Eric Clapton (e non Eric in prima persona) a identificare i casi in cui la vendita è fuori legge», continua il messaggio. «A quel punto viene sottoscritta [da Clapton] una dichiarazione che conferma il carattere non ufficiale dei dischi. Da quel punto in poi Eric Clapton non è coinvolto in alcun caso individuale e il 95% delle volte la cosa si risolve prima di arrivare in tribunale». Nel caso in questione gli avvocati del chitarrista inglese avevano semplicemente chiesto alla donna di togliere dalla vendita il cd, ma lei l’ha presa come una offesa personale e si è rifiutata, sfidando gli avvocati: “Se volete denunciarmi fate pure”. E loro sono stati obbligati a farlo. «Non vi è alcuna intenzione di prendere di mira individui che vendono singoli CD della loro collezione personale, ma di colpire chi produce copie non autorizzate. Nel caso qualcuno venda un sola copia non autorizzata, se l’individuo ritira la vendita dopo avere ricevuto una lettera di diffida, i costi sono minimi o azzerati». Il tribunale tedesco non ha potuto fare altro, vista la sua testardaggine, che condannarla al risarcimento delle spese legali, 3400 euro. Adesso Clapton d’accordo con i suoi avvocati hanno deciso di non chiedere il risarcimento: non sono le persone come lei che vogliamo colpire, hanno detto, ma i produttori di cd. Ma questa notizia che spiega come stanno le cose verrà letta sui social?

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