Erich Priebke è stato un militare di guerra tedesco, originario di Hennigsdorf, cittadina tedesca a nord di Berlino. Da bambino perse entrambi i genitori e crebbe con uno zio: lavorò fin da piccolissimo come cameriere, arrivando anche in Italia, a Sanremo. Nel 1933 aderì al Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi per poi entrare a far parte della Gestapo tre anni più tardi. Nella polizia segreta del Terzo Reich lavoro sempre in Italia e nel 1941, per via della sua conoscenza della lingua italiana (che aveva imparato durante la sua esperienza come cameriere in Italia) venne trasferito come interprete all’Ambasciata tedesca di Roma.
Nel 1942 diventò il capo della Gestapo a Brescia, per poi fare rientro a Roma dove diventò capitano delle SS. Nel 1944 fu tra gli esecutori della Strage delle Fosse Ardeatine: persero la vita 335 persone, tra cui ebrei romani, malati, vecchi e ragazzini. Lui partecipò attivamente alla fucilazione come vicecomandante del quartier generale della Gestapo di Roma e fu lui, inoltre, a redarre la lista di quelli che sarebbero dovuti essere uccisi. Al termine della guerra, Priebke fu fatto prigioniero a Bolzano con altri comandanti delle SS in Italia. Venne poi internato in un carcere di massima sicurezza ad Ancona, per poi essere spostato ad Afragola e dopo ancora a Rimini.
Erich Priebke, l’estradizione e il processo in Italia: poi i domiciliari
Nel 1946 Erich Priebke riuscì a fuggire dal campo di Rimini, rifugiandosi a Vipiteno, in Alto Adige. Grazie alle sue conoscenze nella Croce Rossa Internazionale e nella Chiesa, riuscì ad ottenere un passaporto falso per scappare in Sud America. Nel 1948 fuggì allora in Argentina. Nel 1994 grazie alla ABC, emittente statunitense, si scoprì l’indirizzo di Erich Priebke: l’SS fu processata in Italia dopo l’estradizione e dopo una serie di sentenze, la Corte di Cassazione stabilì l’ergastolo per l’uomo. Visse gli ultimi anni di vita ai domiciliari, in un appartamento di Roma di proprietà dell’avvocato che l’aveva assistito nell’iter processuale, Paolo Giachini.